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RADIC(I)ALI 28 - Amore cosmico

Scritto da  Nunzio Marotti Domenica, 06 Giugno 2021 01:36

 

Nel vangelo di questa domenica, Gesù parla del pane e del vino per indicare il suo offrirsi all'umanità. La sua esistenza è stata per-gli-altri, un consumarsi che ora è espresso richiamando due elementi della materia trasformata dall'attività umana, appunto il pane e il vino. Oggi i cattolici celebrano la festa del Corpus Domini, manifestando così la fede nel Cristo morto e risorto, celebrato nell'Eucarestia, sorgente di nuova vita di figli dell'Unico Dio, fratelli di tutti e custodi del creato.
C'è un legame profondo tra tutti gli esseri e Dio. E la natura è assunta da Dio e trasformata, fino al culmine dell'Eucarestia. E' qui che “Dio stesso, fatto uomo, arriva a farsi mangiare dalla sua creatura”, per consolidare la relazione intima. Nella lettera Laudato si' (LS), Francesco definisce l'Eucarestia “un atto di amore cosmico”, che “unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato”. Essa diventa in tal modo “fonte di luce e motivazione per le nostre preoccupazioni per l'ambiente, e ci orienta ad essere custodi di tutto il creato” (n. 236).
Eucarestie non sprecate sono quelle in cui ci si lascia trasformare, crescendo gradualmente in alcuni atteggiamenti.
Il primo è saper ascoltare il canto del creato, coltivando lo sguardo contemplativo, il gusto della bellezza e il senso di gratitudine (il termine greco 'eucarestia' richiama il ringraziamento).
Il secondo atteggiamento è saper prestare attenzione al grido della terra e al grido dei poveri, superando l'indifferenza, per comprendere effetti e cause dei cambiamenti climatici e delle disuguaglianze planetarie.
Il terzo è il prendersi cura della casa comune, della natura e dei poveri, attraverso nuovi stili di vita e azioni sociali, economiche e politiche (prossimamente si potranno affrontare qui temi quali l'amicizia sociale o i giovani definiti “generazione del ripristino”). Tale cura ha bisogno di una spiritualità basata sulla consapevolezza dell'interconnessione, della relazione fra tutte le realtà.
Concludo con le parole del sufi Ali Al-Khawwas: “Non occorre criticare a priori coloro che cercano l’estasi nella musica o nella poesia. C’è un segreto sottile in ognuno dei movimenti e dei suoni di questo mondo. Gli iniziati arrivano a captare quello che dicono il vento che soffia, gli alberi che si flettono, l’acqua che scorre, le mosche che ronzano, le porte che cigolano, il canto degli uccelli, il suono delle corde o dei flauti, il sospiro dei malati, il gemito degli afflitti” (cit. in LS, nota 159).


(6 giugno 2021 – domenica del Corpus Domini)


Nunzio Marotti
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