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C'era una volta il Grigolo (10) - Anagrafe del Grigolo e piazza Padella

Scritto da  Michel Donati Domenica, 18 Luglio 2021 01:12

 

C'era Mario Ricci, che allora si dava tanto da fare per i ragazzi della Lega Navale e del Grigolo, oltre che essere impegnato nella vita e nei servizi offerti alla popolazione dall'antica Arciconfraternita della Misericordia di Portoferraio fondata nel 1556, mentre l'altra Arciconfraternita della città, fondata nel 1551 è quella del SS. Sacramento. (v.“lo Scoglio” n.65). Verrebbe da richiamare alla memoria l’antica e fino a qualche decennio fa sentitissima divisione cittadina tra i Neri e i Bianchi, ma questa è un’altra storia che ci porterebbe troppo lontano.

Tornando alla nostra spiaggia, oltre a Mario la moglie Maria Coletti di piazza Padella (sorella degli indimenticabili Giacomo e Gianfranco) i loro figlioli Luigi e Leonardo, c'era anche la mi’nonna che insieme a Lina di Napoli (la moglie di Giancarlo Frangioni detto Zenone) si metteva sempre all’inizio della spiaggia e giù risate e “sfondoni”(battute colorite) a volontà. Le univa una forte amicizia e una spiccata indole popolana e allegra.
Agostino, tra la rilegatura di un libro e un’altra (qualche pomeriggio, sono stato con lui a bottega, dove mi lasciava togliere qualche vecchia puntina dalle pagine) veniva sempre a pescare al Grigolo con la canna. La sua postazione preferita era dalla parte degli scogli vicino allo strano cippo (che non sono mai riuscito a capire che cosa fosse), ma lui lo si poteva incontrare ovunque.
Grigolini e “spiaggini” fissi, più barcaioli in verità, erano Daniele Boggio, sua sorella Barbara e il di lì a poco o forse già suo fidanzato e tuttora marito Riccardo Mazzei; c’erano anche i miei cugini Luca e Daniele e tanti altri ancora.
Il divertimento più grande ci veniva offerto dalle grandi onde (cavalloni) che si formavano al passaggio di alcuni traghetti, in particolare dell'”Elba Prima”, del “Bastia”, del “Giraglia”, ma soprattutto dell'”Ischia”. Qualora lo vedevamo in avvicinamento, anche se era tardi, anche se ci era stato dato l'ultimatum per uscire dall'acqua e pur rischiando di prendere il famoso “pattone”, restavamo lì ad aspettare i “gorfi”(onde grandi) della motonave “Ischia”.
Un giorno successe un bel guaio. Gianluca se non ricordo male, forse perché scivolato dallo stretto camminamento che si trovava semisommerso alla base delle mura del Bastione San Carlo, e che noi percorrevamo per andare al Comando Marina senza bagnarci nient'altro che i piedi, o forse per una spinta o per un tuffo calcolato male, finì con la pancia sopra quel maledetto palo e dovette essere portato di corsa all'ospedale. Fortunatamente tutto si risolse con una bella ricucitura. Molte volte, insieme a noi si tuffava anche il mi’ babbo che con la sua grande forza ci prendeva di peso, oppure ci faceva salire sulle sue grandi spalle e poi ci lanciava o ci faceva fare un tuffo nella sabbia. Spesso metteva in moto il suo adorato motoscafo e ci portava tutti a fare il bagno a Punta Pina o allo Scoglietto.
Tra coloro che non perdevano mai un giorno senza venire al Grigolo, tra quelli che abitavano fuori dall'Elba e venivano ai Bagnetti solo in Estate, tra gli occasionali e considerando anche gli, amici dei quali mi sto dimenticando, posso senz'altro affermare che nel periodo del suo massimo affollamento, (primi anni ‘80) la spiaggetta sotto la Lega Navale in media ospitava più di 50 persone. Se a queste si aggiungono tutti gli altri soci e amici che preferivano rimanere al piano terra nei pressi del circolino per godersi il panorama e lo spettacolo dall'alto oppure per lavorare, per dare una mano nell'organizzare una festa, una gara, una premiazione, oppure per “aggeggiare” intorno alla propria barca, allora il numero delle persone presenti giornalmente al Grigolo, in media era sicuramente intorno a 100 o forse più. Nel mese di agosto arrivavamo alla concentrazione massima. C'erano almeno tre “ceppi” dei Frangioni abitanti tra via Roma, piazza Padella e via Elbano Gasperi .Tutti insieme e senza contare gli amici, erano almeno una ventina. C'erano i Boggio di via dell' Amore, che tra i maschi rimasti a Portoferraio e le femmine sposatesi a Bologna, anche in questo caso senza contare i loro numerosissimi amici, più o meno raggiungevano il numero di venti. C'eravamo noi Donati che tra i rami stabili a Portoferraio e quelli che in questo mese rientravano dal “continente” eravamo almeno quindici.

 

Michel Donati

 

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