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Storia di Luis Sepulveda e di una traduttrice che diventò sua amica

Scritto da  CR Sabato, 17 Luglio 2021 15:09

Appuntamento a MardiLibri, lunedì 19 luglio ore 19:00

Il miglior modo di raccontare la vita di quel sognatore con i piedi per terra che è stato Luis Sepùlveda, detto Lucho, poteva essere solo quello suggerito dalla sensibilità della sua traduttrice ILIDE CARMIGNANI, sua compañera de camino da 27 anni, dalla traduzione - 1993 - di quel 'Il vecchio che leggeva romanzi d'amore' dedicato a Chico Mendes, il sindacalista ed ecologista assassinato nel 1988 per le sue battaglie in difesa dell' Amazzonia, e che rivelò l'autore cileno al vasto pubblico internazionale.


Una favola per cuori bambini ('dagli 8 agli 88 anni' come ricordava lo scrittore, drammaturgo e regista, amico fraterno di Pablo Neruda e Salvador Allende) è la forma scelta da Ilide Carmignani per far raccontare a Lucho stesso la propria vita ad un gatto bibliofilo, custode e protettore (dai topi) dell'Enciclopedia. Il modo che avrebbe scelto lui, probabilmente, ultimo doveroso omaggio all'Uomo buono autore della 'Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare'.


Lunedì 19 luglio alle ore 19:00, la presenza di ILIDE CARMIGNANI a MardiLibri si configura quindi come uno degli eventi culturali dell'estate elbana, un'occasionesepulveda carmignani da non perdere per conoscere e apprezzare vita e opere (che uscivano prima in italiano che in spagnolo) del grande scrittore di etnia Mapuche e la storia esemplare di una vita coerente spesa per 'dare voce a chi non ha voce', per i diritti degli ultimi e dell'ambiente, dalla Foresta Amazzonica, nella quale è vissuto per sette mesi con la comunità indigena Shuar, alle difesa delle balene.


L'evento è tale anche per l'opportunità di conoscere una delle traduttrici più importanti dell'attuale panorama letterario - vincitrice del Premio Cervantes per la traduzione- alla sua prima opera narrativa. Un centinaio le opere tradotte infatti da Ilide Carmignani: da 'Cent'anni di solitudine' di Marquez a '2666' di Bolaño oltre a decine di altri importanti scrittori e scrittrici in lingua spagnola. Del libro, pieno di aneddoti curiosi e divertenti che solo una conoscenza approfondita, frutto di una lunga e forte amicizia poteva far emergere (chi sapeva, prima di leggere STORIA DI LUIS SEPULVEDA E DEL SUO GATTO ZORBA, che la nonna materna di Sepulveda era livornese e si chiamava Angela Masetti?) si riporta la scheda di stampa del volume.

CR

 

IL LIBRO

Questa è la favola di Sepúlveda, autore indimenticabile di Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare e di molti altri romanzi, ed è essa stessa la storia della sua vita raccontata a un gatto. Nato in un bel giorno di primavera in un albergo nella terra ai confini del mondo, Luis, detto Lucho, comincia il suo racconto dai nonni e dall’infanzia a Santiago, per poi ricordare il primo amore e l’incontro con Carmen Yáñez, sua compagna della vita. Il gatto lo ascolta parlare dell’entusiasmo per l’elezione di un presidente chiamato Allende e del tragico golpe che lo costringerà all’esilio, della lunga esperienza in Amazzonia accanto agli indios shuar, fino all’arrivo ad Amburgo, dove, in una realtà tutta nuova, inventerà la favola della gabbianella per far addormentare i suoi tre bambini. Una vita avventurosa, generosa e intensissima, ‘incandescente’ come dice lui stesso, narrata come una favola dolce e forte – così d’altronde era lui – da Ilide Carmignani, sua traduttrice e amica. Una favola sì, ma un esemplare atto di restituzione, monumento a uno scrittore e all’amore verso la letteratura che crea legami: libro composito fatto di stratificazioni, libro dentro libro, narrazione dentro narrazione, scrittore dentro scrittore, traduttore dentro traduttore. L’autrice, forte di un’intimità di carta con il narratore cileno, ha riversato con grazia in questo libro tutto l’affetto verso Sepúlveda trovando una forma, un’architettura e una voce tutta sua e perfettamente intonata a quella dello scrittore. Perché chi traduce è come se mettesse i piedi nelle orme dell’altro. Come scrive Carmen Yáñez, Sepúlveda ‘attraverso il genere della favola, creando personaggi ispirati dalla grandissima intesa che aveva con la natura e con gli animali, ha esaltato i valori di cui era fatto per passare all’umanità i concetti etici della diversità, dell’uguaglianza, del rispetto dell’altro e della solidarietà. La sua posizione personale di uomo e di cittadino del mondo. Era quella la miniera della sua immaginazione’. All’immaginazione e alle favole di Luis Sepúlveda, anche a quella della sua vita, rimarremo quindi sempre legati.


«Un giorno di tanto tempo fa bussò alla nostra porta un umano grande e grosso, con barba, baffi e capelli neri. Somigliava straordinariamente a Zorba, un mio vecchio amico, come gli umani somigliano sempre al loro gatto o al loro cane. Non aveva gli artigli lunghi come un cerino, ma il sorriso invisibile era lo stesso. Capii allora con emozione che era il famoso Luis Sepúlveda, l’intrepido marinaio che a bordo di minuscoli gommoni arcobaleno bloccava le petroliere che tentavano di sversare la peste nera in mare ,il coraggioso giornalista che svergognava i colpevoli sui giornali, lo scrittore che dava voce alle creature che non avevano voce, insomma l’umano più famoso e più amato dai gabbiani e dai gatti del porto di Amburgo e di tutti i porti dove miagolano gatti e volano gabbiani».

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