La Signora Matilde Garelli da Milano (grazie alla segnalazione di Angelo Mazzei) ci ha mandato una storica pagina de IL PICCOLO, del 16 maggio 1887 che parla delle operazioni di recupero del relitto della nave francese Gyptis dai fondali della Rada di Portoferraio.
Ve lo riproponiamo qui.
IL RICUPERO DEL PIROSCAFO GYPTIS
Ieri abbiamo dato la notizia del rapidissimo salvataggio eseguito del piroscafo Champagne, che ora è in riparazione nei cantieri dell'Havre. Per la vicinanza di grandi porti muniti d'ogni sorta d'ordigni potentissimi, il rigalleggiamento della grande nave fu cosa facile. Non così per il Giptys naufragato nelle acque di Porto Ferraio e felicemente tratto dal fondo sullo scorcio del passato aprile. L'opera del ricupero era difficile per la situazione in cui il vapore era affondato, e perchè la poppa trovavasi a molti metri sott'acqua .. Dapprima si dubitò della riuscita dell'impresa, tuttavia i fratelli Serra e i consoci Baghino e Torraca, appaltatori del salvataggio, per conto della società francese proprietaria del Giptys, si misero coraggiosamente all'opera. I lavori erano diretti dall'ingegnere Salvatore Chambon addetto alla costruzione del porto di Genova. Le difficoltà furono felicemente superate e il 23 d'aprile il Giptys galleggiava superbamente sulle onde, pronto a riprendere la corsa attraverso i mari, come se la lunga immersione fosse stata un bagno salutare. Le nostre incisioni di prima pagina rappresentano il Giptys sommerso di cui non scorgonsi fuori d'acqua che l'opera morta di prua, la caminiera e l'alberatura. Intorno al piroscafo naufragato vedonsi le barcaccie ed un piroscafo adetti (sic) al salvataggio. La seconda incisione rappresenta, il Giptys rigalleggiante, pavesato, che risponde al saluto dei piroscafi più lungi ancorati. Il Giptys ripartiva poco dopo per Marsiglia senza bisogno di rimorchio. Le nostre incisioni sono tratte da fotografie mandate dal nostro corrispondente di Porto Ferraio.
