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Tutti gli artisti del festival Aquamour – Acqua Arte Amore. L'inaugurazione venerdì all’Open Air Museum Italo Bolano

Scritto da  Fondazione Italo Bolano Mercoledì, 27 Luglio 2022 11:54

Sta per iniziare all’Elba il primo Festival internazionale AQUAMOUR - ACQUA ARTE AMORE, che ha come scopo concentrare la nostra attenzione sull’acqua, bene prezioso e fondamentale per la vita sulla terra che, mai come in questo periodo, è seriamente minacciato.

 

Tra i molti eventi previsti fino al 7 agosto, venerdì 29 luglio a partire dalle ore 19.00 una quarantina di artisti esporranno le loro opere nella Galleria dell’Open Air Museum Italo Bolano, messa a disposizione dalla Fondazione Italo Bolano, per la prima grande collettiva internazionale all’Elba che ha per tema l’ACQUA.

 

Con grande piacere, vogliamo ora presentarveli uno ad uno.

 

Carlo Albasio rievoca con la sua tela il mito della madre Eva, genitrice dell’umanità e metafora di quell’acqua di cui tutti siamo fatti.
La francese Perrine Angly espone le foto dei suoi mandala acquatici, forme effimere che realizza sull’acqua.

 

Antonella Avataneo presenta due dee dell’acqua, una in ceramica policroma e l’altra che dall’alto di un albero interagisce con i suoi veli con le opere di Bolano.

 

Laura Ballini, con una pittura quasi trasparente e scorrevole, sembra volare nel quadro per fantasticare con le sue “Memorie dell’acqua”.

 

Maria Grazia Biagi, artista della ceramica, passa attraverso la tecnica Raku per rendere le figure animate da un movimento interno.

 

Belinda Biancotti, invece, ha realizzato l’opera appositamente per il Festival e ci offre la nascita di una figura mitologica marina, una “Naiade”, che si risveglia a nuova vita.

 

Ancora da Parigi, Béatrice Bissara presenta una delle sue forme sinuose che somiglia ad un fiume dal titolo “Flux”.

 

Barbara Blin, la “poetessa” delle rose dei venti elbani, fa volare i suoi “Vascelli nel turchese” con il loro messaggio positivo di buon vento.

 

Luisa Brandi – Lalita espone i suoi suggestivi veli in seta che riproducono i più bei fondali marini elbani, veli che le danzatrici di Elba Danza, guidate da Maria Paola Gori, indosseranno nella performance inaugurale.

 

Paolo Calcara, fotografo del particolare estremo, ci fa sognare con le sue “Labili forme”.

 

Di Giuseppe Camerini, tornato anche lui nel suo blu lo scorso anno, è presente una tela molto suggestiva, che esalta il mare nelle sue infinite sfumature di blu.

 

Maria Giusi Canova, poliedrica artista dalle molte sfaccettature, ci presenta degli scatti significativi sull’acqua e le forme che spesso assume.

 

Marta Carlesi vive una sua nuova giovinezza artistica con un’opera dalle pennellate rapide e quasi gestuali, che rappresentano tutto il dramma di un “Naufragio”.

 

Tito Casartelli ci propone un trittico dalla grafica scattante per celebrare una “Tempesta”.

 

Il cocomero d’acqua, “Aqua cucumis” di Mauro Fontanelli è così vivace che sembra davvero di poterlo bere. Anche quest’opera, insieme al Calamaro gigante che sembra uscire dalla tavola, sono state realizzate appositamente per il Festival.

 

Francesca Groppelli presenta i suoi pentagonododecaedri, questa volta decorati con ciò che il mare restituisce, e un dittico che anagramma le parole acqua e amore.

 

La tedesca Monika Guldner riprende il tema dell’abbandono degli oggetti di scarto dell’uomo nell’ambiente e propone una nuova versione della ricerca del pesciolino Nemo e un suggestivo collage di conchiglie.

 

Lucia Leopardi ci incanta con la sua nostalgica “Isola lontana”, quel sentimento che invade chi dall’Isola si allontana anche per poco.

 

Antonello Marchese, fotografo e guida ambientale di consumata esperienza, propone uno scorcio dello Scoglietto catturato in una ventosa giornata d’autunno.

 

Anche Marzia Maselli ha ripreso in mano il pennello dopo molti anni spinta proprio da questo Festival ed espone un’opera dal titolo emblematico: “L’acqua è oro”.

 

Direttamente da New York Riccardo Mazzei, che ritorna sempre alla sua Elba, partecipa con la “Distanza è un mare”.

 

La francese Valérie Moati presenta due opere che ricordano l’arte aborigena e i mandala, mentre la “Foglia sognante” della fotografa Angela Palese galleggia sulla pozzanghera che riflette paesaggi fantasiosi.

 

La fotografia di Giampiero Palmieri ci riporta al blu del nostro mare come al blu tende il fiume geometrico nell’arazzo del milanese Diego Racconi.

 

La pittura classica di Luciano Regoli ci propone personaggi d’altri tempi, come “L’acquaiolo” che dispensa il prezioso liquido ad un ragazzo sorridente.

 

Roberto Ridi, fotografo dei luoghi impossibili, immortala una nuvoletta solitaria in un cielo che si riflette nel blu cangiante del mare, creando suggestione e meraviglia.

Saranno esposte anche le opere finaliste del prestigioso World Water Day Photo Contest del quale Ridi è membro giudicante.

 

Dall’”Oblò” di Cristina Sammarco compaiono i tratti delicati di un paesaggio marino che è sogno e poesia.

 

Non mancano i ragazzi della Seconda B della Scuola Media Pascoli che presentano il frutto del lavoro collettivo di un anno: uno splendido “collage” tridimensionale di animali marini in ceramica accuratamente riprodotti.

 

Le fotografie di Federico Serradimigni colgono particolari di plastiche abbandonate sulla spiaggia, mentre Daniela Traverso con il suo trittico fotografico ci ricorda che anche la lacrima, testimone della sofferenza fisica e spirituale, è acqua, della stessa consistenza di quella salata del mare. Michelangelo Venturini, giunto all’arte già in età matura, presenta la sua “Marina” che ha i tratti dell’istintività fanciullesca.

 

Enza Viceconte propone gli scogli elbani sapientemente riprodotti con un acquerello quasi fotografico, il giovane Mauro Visini, invece, esprime il suo travaglio interno attraverso un paesaggio acquatico “Senza titolo”.
Dominique Voge, ancora dalla Francia, immortala con la fotografia riflessi che paiono dipinti col pennello.

 

Abbiamo poi il Giapponese Eizo Sakata, il primo artista ospite in residenza al Museo, che sta realizzando delle meravigliose chine con acqua di mare. Eizo presenta anche piccoli lavori che riproducono l’effetto delle gocce di pioggia su carta dipinta di blu. Infine, l’ultima grande tela dipinta da Italo Bolano nel 2018 lancia il monito: “Salviamo la nostra Terra!”

 

Le opere rimarranno esposte fino al 15 agosto e visitabili negli orari del Museo: lunedì ore 16-20, da martedì a domenica ore 10-13 e 16-20. info +39 338 6996406

 

Il programma completo del festival è scaricabile su: sensi-ateliers.com/it/aquamour/

 

Fondazione Italo Bolano

 

Artista al lavoro nel Museo

 

Artisti al lavoro nella Galleria del Museo

 

Nelle foto: momenti dell’allestimento delle opere

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Ultima modifica il Mercoledì, 27 Luglio 2022 12:11