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Quel "settembre nero" del 1943 da non dimenticare, mai

Scritto da  Michel Donati Martedì, 08 Novembre 2022 11:20

Dai "dialoghi con la mi' nonna", dagli ultimi due specialmente, viene fuori la sua figura popolana, un po' sboccata, istintiva e passionaria nelle sue reazioni contro i prepotenti, e nello stesso tempo dal cuore "bono" e dalla lacrima facile (come ben sa chi l'ha conosciuta).

Preciso che questo mio ulteriore intervento non ha la benché minima intenzione di essere giustificatorio di quel suo modo di essere (del quale vado orgogliosissimo).

Vorrei comunque, per quanto è possibile, dare ai giovani d'oggi le coordinate storiche, e quindi anche umane, dell'ultimo evento citato (l'assalto popolare e le zoccolate al Comando Marina), in modo che possano meglio capire quei personaggi, e calarsi in quella catastrofica atmosfera, per Portoferraio particolarmente tragica, determinata dagli avvenimenti della II° guerra mondiale. Una guerra nella quale  - è sempre giusto ricordare - fu il fascismo a trascinare il popolo italiano.

Tra questi luttuosi eventi un particolare rilievo ebbero quelli del Settembre del 1943, il nostro Settembre Nero ,

"... ti ci vorebbe ma un po'di 43" era l'espressione preferita dalla mi' nonna e da tanti portoferraiesi "vecchi", quando qualcuno si lamentava per delle scemate (pottate), tipo un piatto sciocco (sciapito) o il non trovare niente da mettersi per una serata, quando magari nell'armadio avevi 100 cose a disposizione.

Tra il 1943 e il 1944 su Portoferraio ci sono state 53 incursioni aeree documentate, la prima delle quali, nonché la più tragica per le vittime causate (circa 300 dato che il numero esatto non si è mai saputo) ad opera dei Tedeschi, mentre tutte le altre, compresa quella del giorno di San Giuseppe del 1944 che fece circa 50 morti e che fu la seconda più mortifera, ad opera degli alleati.

Il 16 Settembre 1943, sei giorni prima del bombardamento tedesco, un sommergibile inglese affondò il piroscafo Andrea Sgarallino, solo dal giorno prima tornato a fare servizio civile sulla rotta Piombino -Portoferraio, dopo che era stato requisito come nave militare dalla Regia Marina. Le vittime furono più di 300, anche in questo caso non se ne conosce il numero esatto e i superstiti furono solo 4.

Quella dello Sgarallino fino al 2013 rimase la più grave tragedia navale nel Mediterraneo per il numero delle vittime civili, superata solo dai due tragicissimi affondamenti di migranti la prima sotto le coste di Lampedusa (con poco meno di 400 morti), nella successiva del 2015 nel canale di Sicilia gli inghiottiti dal mare furono probabilmente 1000.

Ma, per rimanere a Portoferraio e all'Elba, saltando il periodo dell'occupazione tedesca, dove qualche fucilazione e almeno un eccidio (Procchio) ci furono, arriviamo all'Operazione Brassard concepita per liberarci dai nazi-fascisti, che fu portata a termine ad opera delle truppe alleate francesi, con un nutrito contingente formato da soldati provenienti dalle loro colonie del nord Africa, che però, sbarcati a Marina di Campo, a Lacona e all'Enfola, nel risalire verso est, si resero protagonisti di saccheggi, razzie e rapine, ma soprattutto di violenze su donne e bambini e di stupri sulle donne; si parla di 191 casi effettivamente avvenuti e di 30 tentati, nonché di 6 uomini uccisi (uno a Portoferraio, uno a Capoliveri, due a Porto Longone oggi Porto Azzurro e due a Marina di Campo), mentre tentavano di difendere i loro bambini, le loro mogli, i loro cari e la loro casa.

E poi ci fu la fine definitiva della nostra industria siderurgica per la produzione della ghisa, che prima in Italia, aveva fatto la colata di apertura nel 1902, che nel momento di sua massima produzione dava lavoro a più di 2000 persone, che era già andata in crisi prima, ma che, con i bombardamenti dei suoi altiforni si avviava alla drammatica chiusura totale, con lo smantellamento delle principali strutture industriali che avrebbe avuto luogo nel 47/48;

Il 43 aveva seminato i germi di un periodo durissimo, segnato dalla disoccupazione di massa, diffusa miseria, perfino fame per tanti ed emigrazione che si prospettava.

Insomma, era la Storia che ci stava marchiando e che ci faceva diventare quei Portoferraiesi e quegli isolani che eravamo fino a pochi anni fa, e che in parte siamo ancora oggi, ovvero dei criticoni mai contenti, apparentemente distanti dai fatti del mondo, un po' boccaloni, ignoranti e diffidenti, in passato anche un po' maneschi, ma generosi e di cuore "bono" con chi se lo merita.

Voi ragazzi, leggete, imparate ,capite e non dimenticate, ma fate di testa vostra perché il mondo è l'ora che cambi e le solite prepotenze devono finire.

 

Michel Donati

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Ultima modifica il Martedì, 08 Novembre 2022 11:50