Stampa questa pagina

Il sogno di Cosimo I de' Medici - Parte 5: Declino di Cosmopoli

Scritto da  Alessandro Canestrelli Sabato, 18 Marzo 2023 09:36

Il XVII e XVIII secolo segnano la decadenza politica e commerciale del mar Mediterraneo a favore della grande navigazione atlantica e oceanica che allargano l’orizzonte degli scambi marittimi verso nuovi continenti. Le lotte politiche, le grandi guerre, le flotte possenti escono dal ‘Mare Nostrum’ per affrontarsi in ben più vasti orizzonti. Il declino è generalizzato e le tante battaglie fra l’Ordine dei
Cavalieri di Santo Stefano e le flotte turche e piratesche. La Croce e l’Islam si combattono in un gran numero di scontri navali dove talvolta rifulge l’eroismo dei Cavalieri, quanto l’audacia dei turcobarbareschi.

 

Cosmopoli perde importanza per i motivi strategici e politici che costringono Cosimo a scegliere il più favorevole sito di Livorno, come porto fortificato e commerciale del Granducato. Per l’‘enclave’ cosmopolitana sono fatti lavori di rafforzamento affinché rimanga un valido baluardo contro pericolosi eserciti e flotte nemiche di Firenze e non mancano gli sforzi economici per l’arredo bellico, per aggiornare l’architettura militare della città e mantenervi una discreta guarnigione.
Altro fattore di decadimento di Cosmopoli è la costruzione, agli inizi del XVII secolo, della fortezza di Longone, per i colori di Spagna e del vicereame di Napoli. Tale fatto provoca la tripartizione territoriale dell’isola, divisa fra Cosmopoli medicea, Longone sotto il regno di Napoli e integrato nel sistema dei ‘Presidios’ e il resto dell’isola in mano alla compagine dei signori di Piombino, gli Appiani e in seguito i Boncompagni Ludovisi.

 

Il governo fiorentino continua a essere oculato nei riguardi dell’isola. Francesco I stipula con Giacomo VI Appiani un accordo-appalto per lo sfruttamento minerario del versante orientale dell’isola, per un periodo di novanta anni, in cambio di un pagamento anticipato di tredicimila ducati d’oro.
A Cosmopoli sono edificate nuove chiese: la Chiesa dell’Invocazione di San Salvatore, con otto sacerdoti e due laici dell’Ordine francescano; è edificata una Cappella della Compagnia del CorpusDomini nel 1564 e due anni più tardi è costituita la Confraternita della Reverenda Misericordia.
Sono costruiti nuovi e capaci granai e grandi pozzi per cui la città può disporre di autonomia in caso di lunghi assedi. In questo secolo XVII, vi sono svariati interventi di manutenzione, di restauro, di aggiornamento, sulla evoluzione degli strumenti bellici di attacco e di difesa e sono inviati a alla futura Portoferraio, Governatori con grande esperienza in ingegneria militare, per seguire i lavori di
ammodernamento e di aggiornamento alle nuove tecniche di difesa.

 

Nel 1614, in una relazione è scritto: “Le fortificazioni sono più di nome che di fatto, essendo ogni cosa imperfetta (...)”. In realtà i vari Governatori di Cosmopoli cercano di operare al meglio; giacché la loro opera, oltre che dipendere dalle loro capacità, è determinata dalla situazione politica ed economica del Granducato. Durante il governatorato del Tornaquinci, è definitivamente sistemata la zona del
Ponticello, con la completa fortificazione del grande fossato che rende istmica quell’area, posta dinanzi al ‘fronte di attacco di terra’.
Il governatore barone Del Nero fa costruire il Forte di San Giovanni Battista sulla collina di San Rocco, mentre i successori Girolamo Niccolini e Coresi Del Bruno, nonostante il bisogno di grandi investimenti, sono costretti a un forte ridimensionamento delle spese.
Cosmopoli durante questo periodo ha funzione di Sanità marittima cui Livorno ricorre in casi straordinari, come quando la flotta stefaniana è messa sotto osservazione medica, ovvero in ‘quarantena’. Si cerca di mantenere la neutralità militare della piazza e quindi della darsena, per cui molte sono le navi che sostano nel porto. Da questa franchigia marittima deriva la presenza di alcuni consolati, fra cui quello di Spagna, di Francia, della Repubblica di Genova, d’Inghilterra, d’Olanda, e dei vascelli armati dell’Ordine dei Cavalieri di Malta.
Giangastone, ultimo granduca de’ Medici, rilancia la pesca del tonno, con la relativa lavorazione e conservazione, adibendo l’area della Linguella a tale uso; fa inoltre costruire da manovalanza specializzata proveniente da Trapani un sistema di coltivazione del sale, utilizzando i bassi fondali che circondano il golfo di Portoferraio, mettendo in produzione ben tre saline: San Rocco, San Giovanni e San Pietro.

 

Alessandro Canestrelli

 

Hieronimus Bellarmato

Hieronimus Bellarmato, Tusciae, Insignis Italiae, 1536

Nella foto di copertina: I ‘Presidios’ sulla costa Toscana

 

Vota questo articolo
(17 Voti)
Ultima modifica il Sabato, 18 Marzo 2023 09:48