A breve sarà disponibile in tutte le librerie elbane un nuovo libro sul territorio occidentale dell’isola: «Seccheto», scritto da Silvestre Ferruzzi, la cui presentazione avverrà a Seccheto nella serata del 23 luglio. Il volume – che si struttura nei quattro capitoli «Il territorio», «Il granito», «Il paese», «I documenti» – illustra la storia e l’ambiente di Seccheto, facente parte del territorio comunale di Campo nell’Elba.
L’autore ripercorre, passo dopo passo, le vicende umane e ambientali di questo microcosmo isolano; dalle emergenze territoriali quali le formazioni rocciose di Cote Làpida e Cote Mensola – i cui nomi sono di suggestiva derivazione latina – alle storiche cave di granito sfruttate già dal II secolo dell’era volgare. Un territorio importante ed iconico per l’isola tutta, che conserva in sé una delle più interessanti vallate elbane, la Valle all’Inferno – il suo nome viene dal latino «infernus» nel senso di «luogo profondo» – in cui si trovano formazioni rocciose prosaicamente chiamate Cacate del Diavolo, insediamenti protostorici, racconti di passate apparizioni demoniache e colonne medievali abbandonate nell’Infernaccio delle Colonne.
Anche le tradizioni «secchetaie» non sono state tralasciate. L’autore ricorda, ad esempio, che durante le veglie invernali i vecchi del paese recitavano a memoria, «come inconsapevoli aedi di una tradizione omerica», interi brani di epica antica. Un’epoca passata e ormai irriproducibile, come ben dimostrato da un vecchio adagio di Seccheto: «A li mi’ tempi èramo io, la Pica, la Chioma, la Zoppa, Salicorno e la povera Bucona».
Diversi fatti inediti sono riportati nel libro, come la lettera – datata al 28 dicembre 1938 – in cui il «Comitato pro erigenda chiesa di Seccheto» chiedeva alle superiori autorità di realizzare una chiesa intitolata a San Giuseppe; ma anche la minaccia di uno sfratto ai danni di 51 abitanti per far luogo a nuove cave di granito, con termine ultimo fissato al 15 settembre 1943 e poi decaduto per l’imprevisto armistizio dell’8 settembre.
Il libro – revisionato in collaborazione con Adriano Pierulivo – rappresenta un prezioso manuale per chi intenda conoscere al meglio il borgo marinaro di Seccheto, realizzando un giusto equilibrio tra cultura locale e quel turismo internazionale che frequenta la splendida località elbana; e poi, come scrive l’autore, «in una notte d’estate, la vallata si risveglia improvvisamente; le mille luci delle candele ondeggiano in ‘procissione’ verso il mare buio, la statua del martire Lorenzo sale sulla barca e, a poco a poco, si perde nell’orizzonte indistinto. Così, tra le onde scure, nasce la pietà anche per i maiali ammazzati dal Bubbolo con un chiodo ficcato nella testa e per i totani che spruzzano il nero delle loro inutili ‘tinticciate’».