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Domina. Donna forte, dominante, carismatica nel ricordo di una foto

Scritto da  Paolo Ferruzzi Venerdì, 04 Luglio 2025 15:07

Come per ogni matrimonio in quegli anni era uso fare il pranzo di nozze nell’Albergo Monte Capanne e non c’erano inviti perché invitato era tutto il paese di Poggio. E di quei matrimoni fatti in quella sala affacciata sulla vallata della Marina ne conservo tutte le foto a testimonianza di un periodo in cui ci si sentiva appartenenti ad una Comunitas quasi con l’orgoglio di una casta chiusa ad altri.

 

Eppure quella ragazza arrivata da altra isola vissuta da altre tradizioni ma pur sempre isola come la nostra entrò tra noi con determinazione e forte carattere tanto da divenire “domina” indiscussa e temuta per i suoi giudizi sempre precisi dato il suo vivere la vita del paese dal dentro come lo si può vivere stando dietro il banco di un locale aperto tutti i giorni dell’anno e vissuto attraverso la variegata umanitas fatta da quotidiani giocatori della “passatella” nell’ora che all’improvviso nel paese arriva la cicagna, dagli intellettuali raffinati mollemente sdraiati sulla scalinata del Carmine nelle lunghe notti della calura estiva con il topino in mano e del solito gruppo fedele all’abituale tavolo da dove tagliare gli abiti addosso a tutti e in particolare a tutte coloro che attraversavano in lungo la Piazza ai piedi del suo locale. E da grappoli di ragazzi e ragazze sulle coti di granito che strimpellano, con scordate chitarre fino a notte fonda, “ i giovanotti son fatti a pennello…chi dice che il Poggio non è bello. E di tutti Domina conosce il nome e di tutti i segreti più nascosti.

 

“Da Silvano” è semplicemente così con il solo nome del marito riportato inciso su una tavola di castagno a dondolo legata sotto il pergolato di vite americana .
Prima gestito sempre fianco a fianco e poi da sola dopo che l’indimenticato Silvano si è allontanato per sempre lasciando a noi un bagaglio di ricordi e di tempi belli.

 

Domina arrivata dalla orgogliosa isola nuragica assieme alla madre Orsola e alla sorella Marisa e alle zie.

 

Tutte queste donne di Piazza del Pesce ne avevano fatto un Rione roccaforte di riservatezza e dalla forte identità culturale perché così ci si sentiva nell’attraversare quell’acciottolati sconnessi segnati dallo sguardo severo della madre nell’abito perennemente nero seduta a guardianeria di coloro che di là passavano per essere sottoposti a giudizio doganale.

 

Domina da poco era arrivata e già da subito entrò nel cuore di Silvano togliendolo a noi come granitico scapolo e facendoci sentire orfani il giorno delle sue nozze come l’<help me> scritto di nascosto e di notte sulle scarpe nuove della cerimonia che divenne grafico disperato grido.

 

Domina forse non accettò questo goliardico scherzo ma certo è che nella foto del pranzo già era oltre perché vi emana un'eleganza radiosa e senza tempo.
L’abito bianco classico, arricchito da un lungo velo, le incornicia il viso in modo delicato. La tiara con fiori dona un tocco fiabesco, quasi da regina di un antico villaggio sardo. Il suo sorriso è discreto ma sincero e aggiunge una grazia naturale che fa pensare ai valori profondi e alla bellezza delle tradizioni isolane. Accanto a lei, Silvano, condivide questo momento con pacata gioia.

 

Non è difficile immaginare che sotto quell’abito da sposa ci sia un cuore legato alle tradizioni della sua isola: le feste di paese, i canti antichi e forse anche qualche ricetta tramandata da generazioni come quella della torta al cioccolato dalla madre Orsola avuta e poi portata oltre nel segreto di uno scritto orgogliosamente riservato.

 

Paolo Ferruzzi

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Ultima modifica il Venerdì, 04 Luglio 2025 15:10