Mercoledì 23 luglio alle ore 21:30 in Piazza della Vittoria a Seccheto si svolgerà una serata dedicata alla storia del paese, con la presentazione del libro "SECCHETO" con la presenza dell’autore Silvestre Ferruzzi.
A presentare la serata Adriano con Stefano e Claudio e con l'intervento speciale del Coro del Maggio di Seccheto.
Un appuntamento, organizzato dal Circolo cultrurale Le Macinelle, da non perdere per riscoprire le radici e le tradizioni del nostro paese.
Nota dell'autore Silvestre Ferruzzi.
«Farai mai uscire un libro dedicato interamente alla storia di Seccheto, come hai già fatto con Cavoli e Fetovaia?». Ho così raccolto l'invito di Lorenzo Brandini, giovane guida ambientale di Seccheto, ed ecco aggiunto un altro piccolo tassello di storia elbana, in un denso «unicum» isolano di natura, archeologia e profonda naturalità ambientale. Desidero ringraziare Adriano Pierulivo, che si è gentilmente prestato alla revisione integrale del testo; e poi Maria Antonia Batignani, Frida Lu, Boris Catta, Claudio Catta, Marco Galli, Gian Mario Gentini, Patrizio Lupi, Ferdinando Montauti, Domenico Pierulivo, Manuela Pierulivo, Tiziana Pierulivo, Sauro Rocchi, Stefano Soria e Gianpiero Vaccaro per le notizie storiche che, nel tempo, mi hanno gentilmente concesse. La copertina del libro presenta una suggestiva fotografia di Adriano Locci. Nel volume – che si struttura nei quattro capitoli «Il territorio», «Il granito», «Il paese», «I documenti» – si illustrano la storia e l'ambiente di Seccheto, le vicende umane e ambientali di questo microcosmo isolano; dalle emergenze territoriali quali le formazioni rocciose di Cote Làpida e Cote Mensola – i cui nomi sono di suggestiva derivazione latina – alle storiche cave di granito sfruttate già dal II secolo dell'era volgare. Un territorio importante ed iconico per l'isola tutta, che conserva in sé una delle più interessanti vallate elbane, la Valle all'Inferno – il suo nome viene dal latino «infernus» nel senso di «luogo profondo» – in cui si trovano formazioni rocciose prosaicamente chiamate Cacate del Diavolo, insediamenti protostorici, racconti di passate apparizioni demoniache e colonne medievali abbandonate nell'Infernaccio delle Colonne. Anche le tradizioni «secchetaie» non sono state tralasciate; durante le veglie invernali i vecchi del paese recitavano a memoria, «come inconsapevoli aedi di una tradizione omerica», interi brani di epica antica. Un'epoca passata e ormai irriproducibile, arcaica e ruvida, come ben dimostrato da un vecchio adagio di Seccheto: «A li mi' tempi èramo io, la Pica, la Chioma, la Zoppa, Salicorno e la povera Bucona».
Diversi fatti inediti sono riportati nel libro, come la lettera – datata al 28 dicembre 1938 – in cui il «Comitato pro erigenda chiesa di Seccheto» chiedeva alle superiori autorità di realizzare una chiesa intitolata a San Giuseppe; ma anche la minaccia di uno sfratto ai danni di 51 abitanti per far luogo a nuove cave di granito, con termine ultimo fissato al 15 settembre 1943 e poi decaduto per l'imprevisto armistizio dell'8 settembre. Il libro rappresenta un prezioso manuale per chi intenda conoscere al meglio il borgo marinaro di Seccheto, realizzando un giusto equilibrio tra cultura locale e quel turismo internazionale che frequenta la splendida località elbana.