In questi giorni di pieno solleone, a Portoferraio, nei freschi ambienti della Gran Guardia, è allestita una mostra di arte figurativa del pittore Flavio Orsi, appartenente al “Circolo degli Artisti Elbani”. La prima impressione è quella di un viaggio visivo che alterna il fascino delle atmosfere notturne alla pienezza della luce solare, restituendo l’anima dell’Isola a chi arriva e a chi qua vive ogni giorno. Si tratta di un vero e proprio viaggio visivo attraverso opere che alternano il fascino delle atmosfere notturne alla pienezza del sole, mostrando una inedita anima dell’Isola sia a chi arriva quanto a chi qua vive ogni giorno.
I giochi di luce e ombre
Questa esposizione rivela, più che mai, il valore stilistico dell’autore in virtù di una pittura che predilige le atmosfere notturne, dove il gioco sapiente tra luce e ombra costruisce l’insieme della scena. Nei dettagli, la luminosità si concentra come un’esplosione di significato, trasformando gli oggetti in punti focali che catturano lo sguardo. Così accade, ad esempio, nelle vedute della riva del porto, in cui edifici e banchine si accendono di una luce radente, che dal basso sale a investire lo sfondo e si dissolve nella profondità oscura del cielo.
Accanto a queste opere, altri quadri di media dimensione, a olio su tela o su tavola, respirano invece la pienezza della luce solare: una luce che scolpisce forme e volumi, restituendo quella profondità di campo che solo il sapiente uso del chiaroscuro sa rendere quasi plastica, come in un bassorilievo di colore.
La doppia prospettiva
Ma la poetica di Orsi non si esaurisce nella sola resa luministica. In molte tele si percepisce una duplice prospettiva che diventa quasi un dialogo simbolico dell’Isola con se stessa e con il mondo. Talora lo sguardo nasce dall’acqua e risale verso la terra, lasciando che la linea frastagliata delle coste elbane, con le loro peculiarità luminose e cromatiche, si faccia protagonista della scena. Altre volte, invece, il punto di vista si rovescia: dalla terra verso il mare, dove l’orizzonte si dilata in un’altra dimensione paesaggistica, proiettando sullo sfondo la vastità azzurra e le sue lontananze. È come se l’artista volesse rivolgersi, di volta in volta, a chi giunge da fuori per dire: “Ecco, questa è la costa dell’Elba,” e a chi vive l’isola dall’interno: “Ammirate il mare che vi si apre davanti, con tutto il respiro che porta con sé.”
In questa alternanza di prospettive, le opere di Orsi non si limitano a ritrarre un luogo, ma ne restituiscono l’essenza mutevole del volto che l’Elba offre a chi arriva, e di quello che custodisce per chi vi abita. Una pittura che, pur radicata nel reale, si carica così di un valore evocativo e narrativo, capace di trasformare ogni quadro in una storia visiva, aperta e invitante.
Alberto Zei