Martedì 12 agosto grazie alla sensibilità e alla misura di Elisa Messina, giornalista del Corriere della Sera, è divenuta protagonista della serata una persona che rifuggiva qualsiasi privilegio e detestava cordialmente le luci della ribalta: Carla Voltolina, moglie di Sandro Pertini.
Traendo spunto da un suo articolo e dalla intervista ad Umberto Voltolina, fratello di Carla, Elisa Messina, insieme all'attrice Francesca Ria e ad Alessandra Caldarera, ha tracciato il ritratto di una donna forte e indipendente, di grande rigore morale e alti ideali. L'evento , dal titolo “Io amavo il mare, lui la montagna. Carla Voltolina Pertini: la guerra partigiana, Piazzale Loreto, Il Quirinale, San Piero ...e una spilla” ha avuto luogo presso la Fortezza di San Niccolò a San Piero, a cura del Circolo Culturale Le Macinelle.
Tra gli episodi meno noti al grande pubblico riguardanti la giovinezza di Carla Voltolina, ma che ne denotano il carattere, è sicuramente quello che la vide presente, all'indomani della Liberazione a cui aveva partecipato, nella concitazione tragica di Piazzale Loreto il 29 aprile 1945, quando i corpi di Mussolini, di alcuni gerarchi e di Claretta Petacci vennero esposti alla folla. Per evitare l'offesa al corpo di Claretta Petacci, Carla Voltolina chiese che la gonna dell'amante del duce fosse fermata da una spilla da balia, in modo da non scoprirne le nudità.
Un gesto di pietas per non aggiungere violenza alla violenza, un fermo no a quella che venne definita “macelleria messicana”.
Partendo da ricordi, lettere e testimonianze, il prologo all'incontro si è svolto in forma drammaturgica, con un testo nel quale si combinavano frasi tratte dall'Antigone di Sofocle e rielaborazioni personali di Elisa Messina sui fatti di cui si è detto sopra, letto dall'attrice Francesca Ria e da Alessandra Caldarera, nipote del partigiano socialista Guglielmo Pacini di San Piero, che fu testimone e ricordò l'episodio, ormai lontano nel tempo, quando Carla Voltolina venne all'Elba nel 2004 e ricevette la cittadinanza onoraria del Comune di Campo.
Il parallelo con Antigone, che invoca una legge superiore, quella dell'etica, e disubbidisce all'ordine del re per seppellire il proprio fratello, diviene simbolo di ogni forma di opposizione alla legge dell'odio e della vendetta, condotta da una donna in nome della propria coscienza.
Ma quella di martedì sera non è stata una descrizione di violenze ( d'altronde le cronache dalla realtà e le fiction cinematografiche o televisive supererebbero qualsiasi confronto venisse in mente ) quanto piuttosto una presa di posizione contro ogni forma di disumanità.
Una lettera della giovane Carla alla madre ne delinea già la forza e l'indipendenza, soprattutto l'indipendenza che dimostrò verso ogni lusinga di ricchezza, potere, mondanità, chimere che non l'attiravano, come al contrario illusero e stregarono (come ieri anche oggi e domani) tanti altri politici e familiari di essi.
Questo incontro, lontano dalla retorica, condotto con serietà documentaria e chiarezza intellettuale, sicuramente le sarebbe piaciuto!

