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Il Premio Brignetti, faro di cultura dall’Elba al mondo

Scritto da  Alberto Zei Martedì, 26 Agosto 2025 09:44

Da Pampaloni, Doni e Scelza a Roberto Marini: l’Isola che seppe trasformare un premio letterario in ponte culturale globale.

Nato nel 1962 grazie a Pampaloni, Doni e Scelza, il Premio Letterario Brignetti ha trasformato l’Isola d’Elba in un palcoscenico di cultura nazionale e internazionale.
La storia del Premio Letterario Isola d’Elba “Raffaele Brignetti” non è soltanto la vicenda di un riconoscimento letterario, ma un tassello importante del percorso culturale dell’Isola e, in particolare, di Portoferraio. La sua nascita, nel 1962, porta il segno di tre personalità diverse per provenienza e vocazione, ma unite dalla stessa visione: Geno Pampaloni, critico letterario tra i più autorevoli del Novecento, che garantì il prestigio e la risonanza nazionale; Rodolfo Doni, scrittore toscano che colse dell’Elba il fascino interiore e se ne fece quasi cittadino d’adozione; e Mario Scelza, sindaco di Portoferraio e presidente dell’Ente Valorizzazione Elba, che diede all’iniziativa basi solide e istituzionali.
La loro intuizione fu chiara: l’Elba non doveva essere soltanto un approdo turistico, ma anche un punto di riferimento per la cultura italiana ed europea. In questo senso il Premio Brignetti nacque non come un semplice riconoscimento per un libro, ma come strumento per affermare il ruolo intellettuale di un’isola che aveva già conosciuto momenti di gloria storica e culturale, dall’epopea napoleonica alla stagione siderurgica che portò con sé fermenti industriali e sociali di rilievo.

 

Portoferraio e il respiro nazionale

Per Portoferraio, città medicea già nobile di architetture e storia, il premio rappresentò fin dall’inizio un’occasione di riscatto culturale e di proiezione nazionale. Ospitare ogni anno scrittori, editori, critici, giornalisti significava aprire le porte dell’isola a un dialogo più ampio, trasformando il cuore dell’Elba in un palcoscenico letterario di primo piano.
Non a caso, negli anni, il Premio Brignetti ha incoronato autori di fama indiscussa come Claudio Magris, Dacia Maraini, Margaret Mazzantini, figure che con le loro opere hanno saputo parlare non solo all’Italia, ma al mondo. Questa risonanza ha fatto sì che il premio stesso diventasse marchio di autenticità e di qualità, un sigillo che certifica non solo il valore del libro premiato, ma anche la capacità di un’isola di saper riconoscere e custodire il talento.

 

Un faro culturale

Ogni edizione del Premio Brignetti è, per Portoferraio e per l’intera Elba, molto più di una cerimonia. È un rito collettivo che rinnova la consapevolezza del ruolo dell’isola come faro di cultura, capace di illuminare il panorama letterario nazionale con la forza della sua tradizione storica e del suo presente intellettuale. Il fatto che la giuria popolare affianchi quella tecnica rende questo riconoscimento ancora più genuino, perché unisce la voce della critica a quella della comunità, dando corpo a una scelta autenticamente condivisa.
In questa prospettiva, un ruolo significativo lo svolge oggi l’attuale Presidente del Comitato Promotore, Roberto Marini, che è anche presidente del Lions Club. Con equilibrio e visione, Marini ha saputo consolidare il prestigio del premio, e al tempo stesso si propone di rafforzarne la proiezione oltre i confini nazionali, intrecciando il riconoscimento letterario con la memoria storica dell’isola e aprendolo a nuove relazioni internazionali. Non si tratta di un’ambizione forzata, ma di un percorso naturale: il Brignetti ha già dimostrato di poter parlare all’Europa e all’America, e ora può candidarsi a divenire un ponte culturale globale, capace di far risuonare dal cuore del Mediterraneo una voce che appartiene a tutti.

 

“Corsi e ricorsi”

Il Premio Brignetti è dunque più di un evento letterario: è la prova vivente che l’Elba non è soltanto un gioiello naturale, ma anche un laboratorio intellettuale, una fucina di pensiero e di arte. Portoferraio, che lo ospita e lo custodisce, ne è il cuore pulsante. E come nei “corsi e ricorsi” della storia di Giambattista Vico, non è escluso che l’Isola, oggi attraverso la forza della letteratura e lo slancio delle sue istituzioni, possa ritrovare quella notorietà internazionale che già conobbe al tempo di Napoleone.

 

Alberto Zei

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Ultima modifica il Martedì, 26 Agosto 2025 09:46