A partire da sabato 8 novembre, (in orario 9:00 - 22:00), a San Piero presso la Sala Don Milani, sarà possibile visitare una esposizione di documenti che raccontano Paul Klee ed il suo viaggio all’Isola d’Elba del 1926, a quasi un secolo da quell’esperienza che lasciò un segno profondo nella sua vita artistica.
L’iniziativa inaugura le celebrazioni per il centenario del soggiorno di Klee all’Elba, previsto per il 2026, e propone un percorso fra arte, paesaggio e memoria storica, per riscoprire il legame silenzioso ma intenso tra il grande pittore e l’isola.
Cento anni fa, nel settembre del 1926, Paul Klee raggiungeva l’Isola d’Elba insieme alla moglie Lily e al figlio Felix, lasciandosi alle spalle la terraferma per raggiungere l’Elba. Di quel viaggio restano solo poche righe nei suoi taccuini — ma bastano a evocare un mondo intero.
“Viaggio in Italia con moglie e figlio da Dessau via Berna a Milano, Genova, Capraia (Elba), Marciana, Portoferraio, Pisa, Firenze, Bologna, Ravenna e ritorno via Milano e Berna a Dessau.”
E ancora, con la precisione di chi registra la vita come un’opera d’arte: “9 settembre partenza di buon’ora alle otto da Livorno per Portoferraio alle 16.40, nave per Ottone. Dal 10 al 29 settembre Elba. 30 settembre partenza dall’Elba, arrivo a Pisa alle 18/19.”
Dietro queste note asciutte si intravede un incontro silenzioso ma profondo: quello tra l’artista e l’isola. L’Elba lo accoglie con i suoi borghi antichi, le pietre dorate dal sole, il profumo del mare e del lentisco. La luce, mutevole e vibrante, sembra parlare il suo stesso linguaggio — fatto di armonie interiori, di segni e di silenzi. Gli acquerelli e i disegni nati in quei giorni raccontano la meraviglia dello sguardo di Klee di fronte a un paesaggio che lo ispira e lo rigenera.
Nei suoi tratti si sente il respiro dell’isola: la semplicità del quotidiano, la grazia essenziale di una natura che si trasforma in musica e colore. Fu un dialogo intimo, quasi spirituale: l’Elba offrì a Klee energia e un nuovo slancio creativo. E lui, in cambio, ne restituì l’anima sulla carta — limpida, leggera, vibrante come il vento di settembre.