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Anno 1739 - Schiavi, buonavoglie e contumaci che fuggono dal Governo di Portoferraio a Longone (parte 4)

Scritto da  Marcello Camici Giovedì, 04 Dicembre 2025 10:47

Nel 1739 il marchese Gaetano Antinori dalla segreteria di stato del Consiglio di Reggenza da Firenze scrive al Coresi del Bruno, governatore di Portoferraio, affermando che il Consiglio di Reggenza manifesta tutta la sua soddisfazione sul negoziato col governatore di Longone per la restituzione di tre schiavi e sulla consegna di tre Benevoglie che sono fuggite dalle galere del granduca di Toscana.
Si tratta di una questione di stato molto importante: un atto di diserzione che riguarda schiavi e benevoglie imbarcati sulle galere di Sua Altezza Reale il granduca di Toscana.
Schiavi erano ritenuti i musulmani catturati, riconoscibili dalla testa rasata con un ciuffetto di capelli alla nuca, condannati al remo sulla galera dove erano incatenati.

(Foto di copertina)

 

Le benevoglie non sono invece schiavi ma marinai arruolati a pagamento al remo della galera ivi incatenati ma di norma liberati dal ceppo in caso di pericolo di affondamento della galera. Erano questi uomini tutti che facevano parte dell’equipaggio di una galera come forza propulsiva al remo insieme con forzati condannati per atti criminali.

 

Antinori comunica che il consiglio di Reggenza esprime altresì soddisfazione per l’impegno che il governatore di Longone si è assunto per il futuro a far arrestare e consegnare benevoglie, schiavi o contumaci che fossero passati sotto la giurisdizione di Longone e invita lo stesso governatore Coresi del Bruno a non sbagliare nell’assicurare il governo di Longone che anche lui restituirà a Longone contumaci, schiavi o forzati che fossero venuti a rifugiarsi nel governo di Portoferraio.

 

Qui è integralmente trascritta la carta di archivio

“Al Maestro di Campo Coresi del Bruno
Governatore di Portoferraio
Ill.mo Sigr.re Mio Pron.mo Col.mo
Il Consiglio di Reggenza raccolto ieri mattina tutto il tenore delle due lettere di VS. Ill.ma segnate de 6 e 7 corrente e dei fogli mandati dalla di Lei attenzione riguardanti il negoziato seguito col Sig Governatore di Longone sopra le restituzione fattagli dei noto tre schiavi e sopra la consegna ricevuta delle tre Buonavoglie fuggite tempo fa dalle galere di Sua Altezza Reale Il Consiglio suddetto provò tutta la soddisfazione nel vedere che il suddetto Governatore della suddetta Piazza di Longone ha corrisposto subito alla fina attenzione del nostro Governo con la restituzione delle accennate Buonavoglie e inoltre si è impegnato col la VS Ill.ma di fare arrestare e consegnare in avvenire alle forze di SAR quei Forzati, Schiavi o Contumaci che passassero a salvarsi nella giurisdizione di Longone. Si vuole sperare perciò rimanendo effettuato alle occasioni quanto Egli ha promesso a VS Il., ma non deva Ella pigliare alcun sbaglio nell’assicurarlo che da Lei gli saranno fatti reciprocamente restituire li Forzati, Schiavi o Contumaci che venissero a rifugiarsi in codesta Piazza onde Ella gli replichi pure l’occorrente su questo proposito per mostrargli la buona legge con la quale si procede con che ratificando a VS Ill.ma il solito mio vero ossequio resto
Di VS Ill.ma di Firenze
14 luglio 1739
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Gaetano Antinori“

(FILZA “Lettere di ministri di stato e di guerra 1690-1746” C6. Carta senza numero di pagina. Carteggio del governatore. Archivio del governo di Portoferraio. Archivio storico comune Portoferraio)

 

 

Sconfinamento illegale accade anche con persone civili, le quali per sfuggire alla giurisdizione cui sono sottoposti sconfinano nella giurisdizione del governo di Portoferraio.
E’ il caso di Domenico Ventura di Salerno che, contumace a sentenza del tribunale, è scappato da Longone rifugiandosi nella chiesa della Pieve di Portoferraio.
Ce lo fa sapere ancora Gaetano Antinori che nel 1739 scrive al governatore di Portoferraio in merito a Domenico Ventura di Salerno, suddito del governo di Longone. Il Ventura, contumace, è fuggito da Longone e si è rifugiato nella Pieve di Portoferraio da dove non vuol uscire volontariamente nonostante abbia avuto sicurezza di non essere castigato. Antinori scrive al governatore Coresi del Bruno che deve dire al governatore di Longone che gli dispiace di non poter secondare le sue premure ma che nonostante ciò lo assicuri che lo fa controllare con diligenza affinché quando sia allontanasse dalla Pieve, luogo immune, lo farà arrestare e consegnare immediatamente.

 

Qui integralmente trascritta è la carta di archivio relativa al contumace Domenico Ventura sudditto del governo di Longone :

“Al Maestro di Campo Coresi del Bruno
Governatore di Portoferraio

Ill. mo Sig. Mio Pron.mo Col.mo

Quando Domenico Ventura di Salerno disterrato dalla Piazza di Longone e rifugiato nella chiesa di codesta Pieve non si disponga ad uscire volontariamente dalla Chiesa medesima come VS Ill, ma gli aveva fatto insinuare per mezzo di alcuni sacerdoti con la sicurezza di non essere castigato Ella non potrà altro che assicurare nuovamente il Sig Governatore di Longone che le dispiace di non poter secondare le di Lui premure attesa l’ostinazione del contumace ma che non ostante Ella lo fa guardare con tutta la diligenza possibile perché sia arrestato quando si allontanasse dal luogo immune per farglielo poi immediatamente consegnare nelle solite forme a tenore degli ordini che Ella ha ricevuto da questo Consiglio di Reggenza.
Che essendo quello che devo a VS. Il.ma in risposta delle due favorite sue degli 11 e 12 del corrente pieno di ossequio resto
Di Firenze lì 18 luglio 1739
Dev.Mo Obbl.mo Serv.Re
Gaetano Antinori”

(FILZA. Idem come sopra)

 

Lettera di Gaetano Antinori 3

 

Marcello Camici

 

Foto di copertina - Ignazio Fabroni. Schiavo turco forzato alla catena. Disegno a matita. ”Album di ricordi di viaggi e di navigazione sulle galere toscane dall’anno 1664 all’anno 1667” conservato nel fondo Rossi Cassigoli. Biblioteca nazionale Firenze.

Foto 2 - 1739. Lettera di Gaetano Antinori al governatore di Portoferraio Coresi del Bruno relativa alla restituzione di schiavi e buonevoglie fuggite a Longone

Foto 3 - 1739. Lettera di Gaetano Antinori al governatore di Portoferraio Coresi del Bruno relativa a Domenico Ventura suddito del governo di Longone da dove è fuggito, contumace, a rifugiarsi dentro la pieve di Portoferraio.

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Ultima modifica il Giovedì, 04 Dicembre 2025 11:00