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Aldo, i burloni e la piazza apparecchiata

Scritto da  Luciano Olivari Sabato, 18 Settembre 2021 10:27

 

Vent'anni fa Aldo prendeva il pullman del cielo per aprire un nuovo bar. Pesce, Franco e Lucianino lo ricordano così...

 

Quella volta Aldo era veramente incazzato. I tavolini e le sedie sapientemente legate con il fil di seta, cadevano come birilli. Lui tirava da una parte. E il resto con fragore assordante cadeva dall’altra. La piazza della Chiesa quella mattina di metà agosto era apparecchiata da grande cerimonia, come quando a Marciana Marina arrivavano ministri e re; stilisti e capitani d’industria. Con <Pesce> e il Galletti avevamo fatto l’alba e prima di andare a letto dovevamo combinarne una delle nostre. Antonio era andato in garage a prendere qualche centinaio di metri di trasparentissimo filaccione, quello che il padre <Beppone> usava per pescare, e di buona lena, c’eravamo messi al lavoro. Sembrava di essere alla catena di montaggio di una grande fabbrica: chi toglieva sedie e tavoli accatastati sotto il tendone del bar, chi li disponeva in perfetto ordine nella piazza, chi li legava l’uno all’altro con il filo di seta. L’opera durò un paio d’ore. Se ce lo avessero ordinato, anche per soldi, sono convinto che nessuno di noi lo avrebbe fatto. Il filo come una magica ragnatela collegava l’uno all’altro i tavolini alle sedie, le sedie ai tavolini. Slegarli sarebbe stata un’ impresa, o quantomeno una enorme rottura di scatole per chi si apprestava ad affrontare una dura giornata di lavoro. Ora c’era solo da attendere l’arrivo di Aldo che da lì a poco avrebbe fatto il suo ingresso in piazza per aprire il bar.
Il sole aveva appena fatto capolino da dietro l’Enfola che il nostro sbucò dal vicinato, fischiettando e con la solita Malboro accesa tra le dita della mano. Aldo aveva di qualche passo superato il sagrato della chiesa quando alzò gli occhi e dette profondità allo sguardo: lo stupore misto alla rabbia lo assalì. Appollaiato sopra i rami più alti di uno degli alberi della piazza Franco Galletti si gustava la scena, così come noi da una delle finestre della casa di Pesce che dà proprio a picco su quello che una volta era l’ingresso principale del bar Atlantic. Lo sconcerto durò pochi secondi e fu immediatamente sostituito da una raffica di bestemmie irripetibili. I primi clienti facevano capolino nella piazza e Aldo era ancora lì, alle prese con quel gigantesco intreccio. Se avesse scoperto gli autori e li avesse avuti tra le mani sarebbero stati guai seri.

 

Dalla pagina Facebook di Luciano Olivari

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