Esimio direttore,

Come lei ha scritto rispondendo a Ruggero Barbetti, è stata Sinistra Italiana AVS a tirare il sasso in piccionaia che ha rivelato quel che tutta la politica elbana già sapeva, ma prudentemente taceva: il Parco Nazionale potrebbe finire nelle mani di un velista del contado pisano che ha come unico pedigree quello di essere amico di Donzelli e di essersi fatto un selfie con Giorgia Meloni.

Ma probabilmente i compagnucci di SI non si aspettavano che tra i piccioni involatisi dalla colombaia colpita, uscisse al posto di Ruggero Barbetti, il redivivo Roberto Marini che, dopo aver più volte tentato invano di fare il sindaco di Portoferraio, ora presiede sodalizi noti più per i rinfreschi che per il governo del territorio.

Marini è, per acclarate competenze ambientali e capacità non dimostrate, l’Arcenni dei maggiorenti della destra elbana, il coniglio tirato fuori dal cappello della Comunità del Parco con l’esclusiva intenzione di far fuori Barbetti.

Magia riuscita.

E' chiaro con questa trovata mariniana i candidati veri proposti dalla Comunità del Parco al Ministro - "abbattuto" Barbetti al quale ad onor del vero, alcune competenze vanno riconosciute - sono in realtà due (Foresi e Vagaggini) e che Marini, indubbiamente un "bravo ex-giovine",  è stato messo lì tipo soprammobile: una spolveratina per dargli un po’ di visibilità e poi fatti i veri giochi, lo rimetteranno nel cassetto.

Però dalla piccionaia sono usciti solo colombi destrorsi, e quel che è strano è che la destra che dovrebbe gioire, si sta invece furiosamente azzuffando sui suoi stessi nomi, molto più e più scompostamente di quanto che fece il centro-sinistra in altre occasioni.

Se la Sinistra ha tirato il sasso, la destra ora sta facendo il tiro ai (suoi) piccioni con i bazooka.

Capo liberum