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Andrea Galassi: lettera a me stesso, dal declinare di un'altra estate "da rimpiangere"

Scritto da  Andrea Galassi Domenica, 07 Settembre 2025 08:31

 

 

Caro Andrea, ti mancherà questa fantastica estate 2025.

Permettimi di innalzarne un'ode.

Ti mancherà il traffico infernale e l'uso schizofrenico dei clacson. La guida di persone che forse fuori da un abitacolo sono splendide ma con le mani attaccate a un volante diventano soggetti da studio criminologico.

I parcheggi senza alcun rispetto per la logica. La guida con il vitale smartphone sotto il naso per controllare l'ultima notifica superflua o messaggio cretino. Le tre ore di coda a Mola per le due passate in spiaggia.

Ti mancherà in particolar modo il pasdaran della mobilità insostenibile, armato di suv, che sulla strada di Porto Azzuro, mentre passeggiavi ben accostato al bordo, ti ha giudicato colpevole di invadere il lebensraum dei templi inquinanti, e col clacson ti ha condannato alla pena di morte per il gravissimo reato di essere un pedone.

O quell'esemplare di squisita simpatia che in una via urbana di Capoliveri, gremita di persone, sfrecciava incurante degli altrui diritti del pubblico suolo, e ti colpiva con il retrovisore al braccio, ma solo gentilmente per farti ricordare che esiste un dio apocrifo e fartelo lodare a voce spiegata.

Ti mancheranno quelle tribù di homo consumatores che entrano nei supermercati come se fossero rifugi antiatomici e fuori stesse scoppiando un ordigno nucleare. E una volta dentro, muoversi come in un acquario, stazionando estatici nei corridoi, manco avessero visto la Madonna tra le fette biscottate e le tavolette di cioccolato. Per tornare ad essere assatanati all'appropinquarsi della cassa, come se dovessero conquistare l'ultimo diritto di vita sul pianeta Terra. Mentre gli altri 15 famigliari continuano a girovagare per il negozio portando col contagocce alla cassa l'indispensabile futilità, neanche da aprire ma già da cestinare (però dopo previa raccolta differenziata).

Ti mancherà l'indifferenza per un ignobile genocidio di un popolo condannato al martirio dagli autoproclamati giusti. Il giustificazionismo per i macellai spacciati per governanti democraticamente eletti. Mentre riserviamo il nostro sacro sdegno per la sconfitta di una squadra di calcio in un'amichevole estiva da quattro soldi.

Ti mancherà questo crudele (oh, la deliziosa perfidia che a volte sapete avere voi bipolari!) scambio di battute con l'acculturata madama, indossante la sua invidiabile alienazione borghese.

Madama: “Ci mancavano queste guerre per portare altri stranieri in Italia. Che poi esigono la cittadinanza dopo pochi mesi. Anche la mia domestica filippina la pensa come me”.

Andrea: “E poi si stupiscono se non ho fiducia nella borghesia italiana...”.

Madama: “Guardi che la borghesia vota tutta per i suoi amici del Pd!”.

Andrea: “No. Il problema è che la borghesia più ignorante d'Europa vota, compatta e convinta. Sono le altre classi sociali che votano sempre meno, e hanno lasciato praterie a questa sottocultura”.

Ti mancheranno i falsi residenti, che, con rara modestia e generosità, affittano ai turisti case che hanno spacciato come loro prime magioni. Ovviamente in nero, ma altrettanto ovviamente solo per non consumare materie prime come la carta delle ricevute. E poi si lamentano, con altrettanta misurata modestia, che i comuni non danno servizi.

Ti mancheranno i commercianti che se ne impipano (per alti ideali umanitari, ça va sans dire) di suoli pubblici. Perché “cosa vuoi che sia qualche metro di sforo? dà fastidio a qualcuno, forse?”. E perché “questi vampiri si pigliano già troppi soldi per il suolo pubblico e non danno servizi”.

Accontentati di rilevare che elbani o forestieri, commercianti o turisti, sono ormai in gran parte dentro un divertentissimo circo di ipocrita omologazione borghese.

Ti mancherà l'anticonformista di stretta osservanza che pontifica di epistemologia etica e morale (“vengo qui da vent'anni, potrebbero farmi lo sconto allo stabilimento balneare, dove andremo a finire con tutta questa cattiveria nel mondo”), che sermoneggia di geopolitica e sociologia (“eeeh, che giorni brutti e piovosi, caro lei, manco in spiaggia si può andare”), dall'alto dei suoi filosofici studi di testi quali dipiù, divaedonna, novelladuemila e altre gossipperie. A patto però che non costino cadauno più di euro uno e centesimi venti.

Ti mancheranno quelle tartarughe, animali antichi e svegli, che hanno la saggezza di evitare di mettere al mondo generazioni future in bolge dantesche, chiamate spiagge ma sempre più somiglianti a discoteche.

Ti mancheranno quelle greggi di animali bradi che camminano occupando in lungo e largo sedi stradali e marciapiedi, nella classica filosofia borghese (ancora essa, maledetta!) che il numero maggiore fa governo dello spazio e del traffico altrui. E che le minoranze rasentino i muri, scendano dal marciapiede e, in generale, vadano a respirare l'ossigeno dei pezzenti.

Ti mancheranno quelle discrete e silenziose famigliuole teutoniche, che vivono in 27 nei 50 centimetri quadrati di motorhome, quotidianamente mangiano un panino in 6 e bevono 109 birre pro capite. Che devono avere un portafoglio dispettoso, dato che non si vuole aprire al cospetto di attività come hotel, campeggi, ristoranti, stabilimenti balneari. E sono molto convincenti quando vorrebbero far credere che le loro sono vacanze alternative e immersive nella natura.

Ti mancheranno quei raffinati esteti, con i campioni di sesso maschile in primis che, come d'ordinanza e buona creanza, si portano con pulsione belluina la mano all'appendice riproduttiva (purtroppo per la specie umana), sovente al cospetto di loro simili, forse come rito ancestrale per attivare il cervello e la conseguente favella (indarno, a giudicarne l'eloquio). Quei mirabili cultori della cultura che giudicano i canoni della bellezza dalla concentrazione di cattedrali del consumismo a buon mercato, e non dalla calma e l'interazione umana delle agorà e dei luoghi di ammirazione e contemplazione. E poi quando tornano a casa dicono “che posti, non solo sono cari, ma non c'è manco un negozio gucciarmanipradaversacediorchanelhermesvalentino”.

Ti mancherà chi dice di non lamentarsi perché almeno portano soldi. Ti mancherà anche chi dice di lamentarsi perché quest'anno sono molti di meno.

Ti mancherà tutto questo. Ma non preoccuparti: tra dieci mesi la deriva antropologica tornerà come prima. E se siamo fortunati, più di prima.

Andrea

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Ultima modifica il Domenica, 07 Settembre 2025 10:13

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