Oggiù stemperiamo un po' la depressione post-alluvionale per arginare, se non l'acqua, almeno le scemenze che impazzano sul web, rifugiandoci nel passato remoto.
Il rincoglionimento che s'avanza implacabile mi impedisce di ricordare se ho già scritto di un buffo episodio (anzi tre) capitatimi in Firenze moltissimi anni fa. Pazienza caso mai.
Sto camminando nel sottopassaggio della stazione centrale, quando avverto che volutamente qualcuno mi ha toccato il culo.
Si badi, il tocco non è quello gentile di una amicale pacchetta, magari su una chiappa, ma era una vera e propria attastata a mano aperta tra le mele" da levare il fiato.
Mi giro di scatto ed altrettanto velocemente vedo sbiancare la faccia del reo, al quale dico:
"Be' allora, che ti vuoi fidanza'?"
Quello imbarazzatissimo farfuglia:
"Eh sccussi credevoooo che fo- fosse un mio amico" e mentre gli dico: "Ah perché quando vi incontrate tra amici vi salutate così?", non risponde si tuffa nel mucchio delle persone in transito.
Passano pochi metri e vengo fermato (talvolta di faccia), da un altro ragazzo, che mi chiede 500 lire, (strano però, all'epoca i frickettoni che accattano chiedono le classiche 100 lire a ognuno).
Sto per non considerarlo, quando torna in mente che pochi mesi prima, dopo aver perso il portafoglio, a Campiglia, mi era toccato di chiedere 1.000 lire per tornare a casa ad una semisconosciuta anima buona isolana, e mi rivedevo in quel ragazzo vestito a modino, aria per bene; ipotizzo solidariamente il suo disagio.
Sfilando dal portafoglio la piccola banconota chiedo:
"Ti servono per il biglietto sa' ... hai perso il portafoglio?"
Ma quello con una faccia di bronzo mi risponde pure ridacchiando "No... faccio i soldi per andare il vacanza!"
Riacchiappo al volo le 500 che il vacanziere a scrocco aveva quasi ghermito, e stavolta dopo avergli detto: "Ma vattene a lavorà... brutto vagabondo!" sono io ad allontanarmi, emettendo un brontolio misto a moccoli che attirano l'attenzione divertita dei passanti.
Finita? Macché! L'ultimo ostacolo - anzi due - è costituito da una coppia in camicia bianca e completo blu, mani cariche di fascicoli: sono due borgettoni rubizzi con le facce uguali, rasate lisce come il sederino di un bimbo. Mormoni? Bambini di Dio? Boh!
Mi si pongono ai lati come due Carabinieri e uno, in italiano, ma con marcato accento nordamericano, tenta di fermare il mio andare per avviare una conversazione:
"- Bongiorno amico hai due inuti?
- No
- Ma tu credi nell'esistenza di Dio?
- No (mento pure - a metà - sono agnostico, non ateo)
- Ne vogliamo parlare?
- No
- Vuoi una caramella?
-No voglio che mi schizzate tre passi dalle palle!"
Lo slang ferajese genera negli aspiranti salvatori della mia anima perplessità, rimangono interdetti, ne approfitto per l'ultima fuga.
Cabina Telefonica (allora si usavano quelle):
"Mamma torno con l'ultima nave!"
"Ma non dovevi rientra' domani?"
"Sì ma stasera qui tira ariaccia, va a fini' che mi picchio con quarcuno".
Sergio
sergio