"Minus habens" è una locuzione latina, la cui traduzione di Google oscilla tra un brutale: "deficiente, idiota", e un più edulcorato, politicamente corretto: "Persona che si trova in posizione di svantaggio rispetto alla maggioranza dei cittadini".
Scegliete voi su quale versante linguistico, più o meno pietoso, orientarvi, certo è che a questo punto solo un "minus habens" può continuare a negare che, più che un cambiamento, è in atto uno sconvolgimento climatico.
E con una locale frase fatta, ancora più ruvida: "il morto è sulla bara" si può stigmatizzare una evidenza della catastrofe progressiva in atto.
Per prenderne coscienza non occorre emigrare verso visioni di meteo-tragedie, che in tempo reale ci giungono dai quattro venti del pianeta, basta alzare gli occhi verso il cielo della nostra amata "isoletta verde e blu", che nella carte topografiche del mondo, quando c'è, occupa lo spazio di una cacatina di mosca.
La palla, in grande e in piccolo, è a chi si è proposto di governare, di amministrare le nostre vite e soprattutto incidere su quelle di chi ci sarà quando non ci saremo più.
Ma la palla è anche a noi comuni cittadini che dobbiamo imparare a riascoltare Finardi e la sua "musica ribelle"
Che ti vibra nelle ossa
Che ti entra nella pelle
Che ti dice di uscire
Che ti urla di cambiare
Di mollare le menate
E di metterti a lottare.
Come dire, rimettiamo i problemi in giusta prospettiva, smettiamo di rincoglionirci davanti agli schermi TV e sui social a parlare di Garlasco e della famigliola nel bosco, dello scandalo del Grande Fratello, mettiamo questo "assassinio globale" sullo stesso piano del genocidio in Palestina e della mattanza ucraina.
Sì, anche partendo da una minima entità territoriale, colpita in un anno da eventi che prima si registravano in un secolo, si può cominciare a salvare il mondo, chiudendo i chiacchierifici, arrestando cementificazioni e bitumazioni, rinaturalizzando i corsi d'acqua e delle valli, riaprendo i fossi tombati, creando energia pulita, difendendo il mare, salvaguardando la biodiversità etc.
Se avremo dimostrato almeno l'intenzione di tirarci su le maniche, forse, quelli che verranno, ci manderanno un più temperato vaffanculo alla memoria
sergio