Abbiamo salutato Ivanna la vigilia di Natale, nella chiesina del cimitero di Marciana Marina, guardati dalle foto di uomini e donne antichi, di martiri di guerre insensate e sanguinarie come tutte le guerre, di eroi eterni che non ricordava più nemmeno questa donna pacifica che ha vissuto una lunga vita.
Ivanna Marinari era la moglie di Libero Novelli “la Cucciarda”, il suo grande amore, la massaia, come la chiamava lui, e che ha passato gli ultimi anni a ricordarlo seduta sulla panchina di fronte alle case popolari e all’Asl, a guardare i marinesi e i turisti e a passeggio o al mare e le barche entrare e uscire dal porto e l’Enfola, dove forse non era mai stata, chiudere l’orizzonte e far nascere l’alba.
Ma alla fine era più un immaginarsi che vedere e mi riconosceva più dalla voce che con gli occhi.
Negli ultimi giorni, come fece la sua amica Jole – la mi’ mamma – ha rimesso insieme nel dormiveglia i suoi ricordi, i volti, le cose che contano, tutti rinchiusi in un Paese e in un tempo che ha visto la guerra ma che dopo a volte è anche stato felice.
Poi questa donna flemmatica e alla quale piaceva ridere se ne è andata in un piovoso pomeriggio di dicembre, bagnato da una pioggia fine da sembrare fumo. che odora già di Natale.
Una donna come tante, con tanti ricordi, con vite a volte difficili ma sempre affrontate con il sorriso di chi sa che passerà e che c’è stato anche di peggio. Una donna speciale.
Ivanna da quel panchino che guarda il mare ha visto cambiare il mondo e non sempre lo ha capito e sapeva che non sempre bisogna darsi cura di capirlo.
Alla tavola che gli angeli hanno imbandito per la Vigilia Ivanna troverà Jole, Luigina e tutte le sue amiche, poi andranno a ballare alla balera dei giardinetti, uguale a quella del dopoguerra che non c’è più. Suonerà una musica così bella che persino Libero la Cucciarda, Veleno e Pietro lo spazzino sapranno e vorranno ballare il valzer della povera gente.
Umberto Mazzantini