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ECCOCI anzi RIECCOCI

Scritto da  Lunedì, 02 Aprile 2012 13:02

2012 04 02papavero-alla-margherita

Di solito il pezzo di apertura di un nuovo giornale lo si dovrebbe ponderare parecchio, concordarne con l’Editore le linee,  scriverlo con molto anticipo,  lasciarlo là come il vino a decantare per un po’, e poi, ripensarlo, limarlo, e dargli la forma definitiva.  
Questa cura è di norma necessaria, perché si presuppone che le prime parole in cui si imbatterà il lettore, siano una sorta di “manifesto”, la sintesi delle intenzioni, dell’orientamento del nuovo strumento informativo e del suo programma.
Ma qui ci troviamo in una situazione particolare, perché si tratta della rinascita in forma diversa di uno strumento che dopo 2800 numeri, 9 anni, 5 mesi e dieci giorni di pubblicazioni, ha cessato la sua operatività appena da qualche ora  (ed il suo archivio storico resterà accessibile da queste pagine).
Parafrasando (ma in positivo) Tomasi di Lampedusa, diciamo che abbiamo cambiato tutto perché della parte buona, contenutistica, di Elbareport, niente cambiasse o quanto meno poco si perdesse .
E’ cambiata, lo vedete, la grafica, è cambiata e si è ampliata la redazione, c’è una nuova possibilità di interazione con i lettori e giornale e con i social network, si espandono le possibilità di inserire foto e video, si forniscono nuovi servizi.
Non cambierà la linea che si usa definire “politica”  di Elbareport, che  resterà soprattutto e costantemente attento all’Ambiente, al Sociale,  della Partecipazione Democratica ed alla Legalità, oltre che al minuto quotidiano vivere dell’Elba e dell’Arcipelago.  Identica sarà la linea di apertura verso tutte le idee, e l’impegno a rappresentare anche le ragioni di chi non la pensa come noi con la stessa dignità con cui intendiamo trattare le nostre.
Altro, di importante, in precedenza è cambiato  “dietro le quinte” del giornale che vedete, che ora ha un’Associazione per editore, un sodalizio  che ha deciso (almeno per un anno) di regalare un foglio  “pulito” dai banner commerciali,  tentando di tenere il linea di navigazione la barca e possibilmente rafforzare la presenza di Elbareport  nel panorama informativo dell’Isola puntando sul lavoro volontario, sulle quote e sulle liberali donazioni dei soci dell’associazione,  e su eventuali  contributi a fondo perduto (senza contropartita)  che enti pubblici o/e privati vorranno elargire in riconoscimento del servizio pubblico che il quotidiano on-line ha assicurato e vuole continuare ad assicurare.
Ci piace in ultimo rubare l’idea ad uno dei più prestigiosi dei nostri occasionali collaboratori, il Prof. Luigi Totaro che ha scelto come suo motto:  “Senza servi padroni non ce n’è”  una scritta che un ignoto anarchico vergò più di un secolo fa sulle mura del Palagio di Parte Guelfa in Firenze.
Da ora in poi “pochi discorsi e boni”, si lavora

Sergio Rossi per la redazione

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