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Emozioni Jazzercise-Elba no limits Narrazione del dramma dei profughi

Scritto da  Nunzio Marotti Martedì, 04 Luglio 2017 11:15

Jezzercise620Un evento sportivo che diventa spunto di riflessioni profonde.

L'estate elbana di un cronista si caratterizza per la sovrabbondanza di messaggi di posta elettronica. Nella quasi totalità si tratta di avvisi di eventi estivi: spettacoli, sagre, feste gastronomiche, saggi di scuole e associazioni, presentazioni di libri, cerimonie di premiazione, iniziative sportive, appuntamenti di svago e divertimento. E di tutto si cerca di dare notizia, compatibilmente con i tempi e gli spazi dei mezzi di comunicazione.


Succede, un sabato sera, di partecipare al saggio di chiusura di un'associazione che si occupa di attività sportiva. E si scopre che, nell'Elba distratta (e lo dico non esclusivamente in senso negativo) dagli eventi o dalla pigrizia e, forse, già dalla noia, un gruppo di persone offre uno spettacolo di danza il cui filo conduttore è affidato al dramma dei profughi, ai temi del rifiuto e dell'accoglienza. Le parole che guidano lo spettatore sono arricchite da filmati, immagini, coreografie, movimenti che le rendono "chiare ed evidenti".
I protagonisti, dai piccoli della scuola dell'infanzia fino agli adolescenti, ai giovani e a qualche adulto, appaiono ben inseriti nei ruoli assegnati. Riescono ad emozionare il pubblico, a coinvolgerlo.


La realtà dei profughi, oggetto di tanto dibattere a vari livelli con argomentazioni più o meno informate e/o pertinenti, viene vista con gli occhi dei bambini, da sempre la componente più debole e "più" vittima delle tragedie storiche prodotte da egoismi personali, sociali e internazionali.


Cosa resterà del messaggio di questo sabato di luglio? Non so. Sottolineo però due elementi che potrebbero aiutare ciascuno a darsi una risposta.

1) L'emozione, lungi dall'essere un fattore passeggero, consente l'apprendimento e si coniuga con l'elemento conoscitivo. Si dice che, in una data situazione, la persona reagisce arrivando prima con il cuore e poi con la testa. Ma la testa, comunque arriva. Ed è anche per questo che chi si occupa di formazione condivide il detto che, persino a scuola, sia possibile "insegnare emozionando ed emozionare insegnando".

2) L'iniziativa-saggio di cui ho parlato è piccola cosa, un segno. Si sa che i segni sono realtà piccole che indicano qualcosa di più grande. E i segni, come i semi, talvolta fruttificano. Se non altro richiamando l'attenzione su realtà che, per vari motivi, si tende a rimuovere. E' il potere dei segni (ben diverso dai segni del potere!), capace di indicare alternative soprattutto di carattere valoriale.


Per questo, in conclusione, non posso omettere il plauso e il ringraziamento a Cristina e a tutta l'associazione Jazzercise e Elba No Limits, a chi è capace di coniugare sport e solidarietà.


Nunzio Marotti da Toscana Oggi

 

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