È stata nuovamente riverniciata la panchina arcobaleno collocata in largo Marinai d’Italia, a pochi passi dallo sbarco dei traghetti che collegano l’Isola d’Elba alla terraferma. Un gesto apparentemente semplice, ma carico di significato. La panchina era stata imbrattata, più volte danneggiata e rimessa a posto ad opera della cittadinanza, adesso lasciata in condizioni dismesse. Un atto vandalico che colpisce non solo un oggetto, ma ciò che esso rappresenta: il diritto a esistere, amare, essere visibili.
La panchina arcobaleno è infatti molto più di un arredo urbano. È un simbolo di accoglienza, di inclusione, di rispetto per tutte le persone, a prescindere dal loro orientamento sessuale o identità di genere. È un messaggio chiaro, che un Comune può e deve lanciare: qui non c’è spazio per l’odio.
Il suo posizionamento non è casuale. Collocata vicino allo sbarco dei passeggeri, accoglie ogni giorno residenti, turisti, lavoratori. È la prima cosa che molti vedono arrivando a Portoferraio insieme ad altre due panchine che sensibilizzano altri diritti fondamentali. Vederla in condizioni precarie ha significato, per molte persone LGBTQIA+, un duro colpo. Perché se è vero che il colore si può cancellare, non si possono cancellare le discriminazioni, le aggressioni, le esclusioni che ancora oggi tanti e tante subiscono per il solo fatto di essere sé stessi.
Secondo i dati raccolti da associazioni e osservatori, in Italia si registra un aumento costante dei discorsi e dei crimini d’odio nei confronti delle persone LGBTQIA+. Dai bullismi scolastici alle violenze fisiche, fino all’esclusione sociale e lavorativa, la realtà è ancora ben lontana dall’essere sicura e paritaria. È proprio in questo contesto che la panchina arcobaleno assume un valore politico, culturale e civile. È un modo per dire: “Noi vediamo, riconosciamo, sosteniamo”.
Il ripristino della panchina non è dunque una semplice manutenzione, ma un atto di resistenza civile. È un gesto che afferma: chi semina odio non avrà l’ultima parola. E che ricorda a ogni persona che arriva o parte da Portoferraio che l’Elba, Portoferraio in primis che è l'unica ad avere queste panchine sull'isola, è anche terra di diritti, di accoglienza, di orgoglio.
Grazie a Silvia e Michele che, dopo aver chiesto il permesso a intervenire all'amministrazione comunale, regolarmente concesso, hanno riportato alla vita quella panchina.
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