La festa religiosa del 24 di giugno, dedicata a San Giovanni Battista, ha fatto riscoprire un'usanza popolare ancora ben radicata. Una credenza che si perde nella notte dei tempi, in quanto è stata ereditata dal passato da tante donne di San Piero, ma si tramanda anche in altri paesi elbani. E nel resto d'Italia. Parliamo della creazione dell'Acqua di San Giovanni, che viene ritenuta portatrice di benefici e vale come una benedizione, per chi pratica questo rito.
A illustrarcela è Maria Teresa Danesi che vive nel paese collinare e ci ha offerto anche l'immagine che vediamo, che mostra una bacinella dove si pongono tanti fiori, in particolare petali. Spesso i più abbondanti sono quelli di Ginestra e vengono immersi nell'acqua versata in un contenitore dove trovano posto anche erbe di campo,
magari aromatiche.
E Teresa ci racconta: "Nel pomeriggio del giorno 23 giugno, molte donne raccolgono questi petali di vari colori e anche rammenti di rosmarino, salvia e la sera il tutto viene messo in una bacinella contenente acqua. Aspettiamo il tramonto per lasciare fuori di casa, tutta la notte, questo recipiente multicolore, in modo che prenda la rugiada. Al mattino riprendiamo la bacinella e ci laviamo la faccia con questa acqua aromatizzata. Fa bene e ci pare anche una benedizione".
Questa tradizione non è certamente avallata dalla Chiesa, ma si sa che le credenze popolari hanno un forte potere e del resto non c'è niente di male in questa pratica, portata avanti da chi è cristiana e credente.
"C'era anche un'altra usanza che però è stata abbandonata da tempo - conclude Teresa - quella di fare i Fuochi di San Giovanni e venivano fatti alla Facciatoia di San Piero, e io li ricordo anche, talvolta, in Piazza di Chiesa. Questa tradizione era propiziatoria di buoni raccolti e festa dell'amicizia, e vedeva impegnati gli uomini, mentre quella della bacinella è tipicamente femminile".
Ovviamente i fuochi da tempo sono proibiti, per legge, per evitare il rischio di incendi. La tradizione dell'Acqua di San Giovanni resiste quindi ed è praticata in tutto il Campese e sicuramente anche negli altri comuni dell'isola e in altre parti d'Italia. E' portata avanti dalle donne più anziane, che la trasmettono a figlie e nipoti.