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Cosa significa ancora oggi far memoria di Sebastiano, uomo, sacerdote, compagno di strada

Scritto da  Gli amici di don Seba Domenica, 31 Agosto 2025 00:48

Oggi, 31 agosto, ricorre il 22° anniversario della morte di don Sebastiano Leone (avvenuta a 45 anni), parroco a Follonica e direttore della Caritas della nostra diocesi di Massa Marittima e Piombino.
Don Seba è stato una presenza importante anche all'Elba, dove - tra l'altro - è stato promotore e fondatore di "Dialogo", l'Associazione di volontariato di giustizia (volontariato penitenziario). Al suo impegno si deve anche l'apertura della Casa di accoglienza dei familiari delle persone detenute, sostenuta dalla diocesi.

 


Gli amici lo ricordano con queste parole.

Sebastiano, il don della porta accanto, della Chiesa “Ospedale da Campo”, è riuscito a vivere fino in fondo immerso nella strada, tra il “puzzo delle pecore”, più che nelle sacrestie “profumate d’incenso ”.

 

L’altare che un prete deve frequentare deve poter trasmettere il valore della giustizia e il principio della dignità, come se ognuno che ci si avvicina, senta su di se, il bisogno di perdonare e d’essere perdonato. “Se hai qualcosa contro tuo fratello, va prima riconciliarti con lui e poi avvicinati all’Eucarestia”. Il “cristo dal volto umano” che hai la gioia di incontrare nella vita, come uomo e come fedele pellegrino di speranza, fatta di sentieri, di autostrade, di inciampi o rese dei conti.

 

Ci ricordiamo tutti che Seba non ha adottato la normalità, la consuetudine, ma intriso di “sana inquietudine” è riuscito (spesso con grandi fatiche) a far coniugare la vita parrocchiale con lo stare in mezzo alla gente, aiutato da molti e molte parrocchiani e volontari e amici, che hanno sposato il suo stile di vita. Il guardare la storia vicina e lontana, con quella “visione strabica e profetica”, che è permessa solo a chi “con un occhio guarda diritto e con l’altro a lato”; solo colui e colei che imparano a inciampare potranno rialzarsi e ripensare alla loro vita da “risorti” e andare oltre.

 

La Parola ascoltata ha sempre per lui avuto bisogno di essere masticata, vissuta, trafficata e raccontata attraverso “il potere dei segni e non i segni del potere”, anche quello esercitato in buona fede, di chi è chiamato a gestisce una comunità parrocchiale.

 

La bellezza di Dio che parla al cuore dell’uomo, che spesso non capisce, forse perché sente Dio un po’ lontano o chi glielo racconta, non lo aiuta a riconoscerlo quotidianamente a fianco: non dietro per spingere, non davanti per tirare, ma al fianco per guardarsi negli occhi e raccogliere il vissuto condiviso. Un Dio babbo che ha mandato suo figlio a servire e non essere servito. “Sebastiano ricordava che dobbiamo vivere la Paternità/Maternità capendo che la nostra vita dipende da queste relazioni genitoriali e che non è un’isola in cui ci sentiamo tranquilli delle nostre verità. È il Signore che porta a pienezza, che ci aiuta a completare la sua opera, per ciò che manca alla nostra fede, dal momento che tutti noi siamo mancanti di qualcosa.” Don Benedetto suo caro amico, già direttore del Seminario di Siena.

 

Molti siamo testimoni della sua “voracità” di vivere la vita, nei tempi migliori di salute e ancor di più quando questa si stava velocemente allontanando da lui. La vita è dinamicità e crescita, non è staticità e neanche rassegnazione passiva, ma è camminare insieme e costruire insieme. La vita è una scoperta continua di se a servizio per gli altri, in gratuità e generosità, un abbandonarsi e rialzarsi per riconoscersi e apprezzarsi diversi, così come siamo. C’è richiesta una sensibilizzazione tutta particolare, una tensione verso il mondo, quello altro “fuori le mura”, quello lontano tra i disperati che aspettano da noi una risposta, nella ricerca di un indirizzo su cui trovare la parola amore, come dono che produce grazia condivisa e partecipata.

 

Dopo 22 anni dal suo ritorno al Padre è vivo ancora il ricordo di quel prete scomodo e un po’ ingombrante, claudicante nel suo passo degli ultimi tempi, ma dritto con uno sguardo fiero e una voglia di coinvolgerti affettuosamente in un cammino di liberazione e piccole certezze quotidiane di attenzione, ascolto, condivisione con gli ultimi, che forse rimarranno ultimi nella storia, ma non soli perché avranno la compagnia di uomini e donne volenterosi di stare al loro fianco.

 

Grazie Seba per la tua gratuita amicizia.

 

Gli amici di don Seba

 

(Le parti in corsivo sono state recuperate da alcuni scritti di una delle agende di Don Sebastiano)

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Ultima modifica il Domenica, 31 Agosto 2025 10:15

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