Anche io non credo si tratti di grillini o altri 'spettri' di movimento che si aggirano per Portoferraio. Magari! 'Ce ne fosse' di movimenti in grado di dare risposte coraggiose ai problemi, non solo culturali, di questa città, di questa isola e magari del paese tutto...Del resto il gesto di Pasquino è, storicamente, un gesto anarchico, individualista, di sberleffo all'autorità e ai governanti, intrinsecamente restio all'autoritarismo della politica politicante.
Per il cittadino-suddito-idealista Pasquino l'affissione in rima è un dente che andava tolto, un alleggerirsi della sudditanza, un respiro di sollievo, una magra consolazione al senso profondo di impotenza che lo pervade.
Per il governante invece è un sassolino nella scarpa, una zanzara nell'orecchio, un grillo parlante che vorrebbe col fastidio suscitare almeno un po' di movimento, un sasso nello stagno che ci faccia pensare, a noi cittadini e cittadine, tutti potenziali pasquine e pasquini, che siano VIVI i nostri governanti, che sentano anche loro l'odore di fogna in agosto nelle vie del centro e che vedano anche loro il degrado che li circonda e la tristezza del turista “che va su e giù per il centro culturale De Laugier” perché è tutto chiuso, senza indicazioni, senza cura e senza amore.
Quando qualcuno dice “il re è nudo” e viene accusato di vandalismo la storia si ripete. Per questo Pasquino mi ha fatto ridere e sperare che le coscienze possano sempre risvegliarsi e riprendere voce, magari in un futuro prossimo organizzarsi dal basso e proporre una forma nuova di governance del territorio partecipata, visto che, come dice un Pasquino, in regione abbiamo una legge apposita sulla partecipazione (69/2007 al link http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/diritti/partecipazione/rubriche/piani_progetti/visualizza_asset.html_364193417.html) ) che consente ai cittadini di prendere visione dei progetti, dei bilanci, dei soldi da stanziare e stanziati, di come vengono spesi e proporre ai tavoli delle trattative con enti e regione propri progetti e compagnia bella....La partecipazione però, si sa, richiede un salto di qualità; richiede responsabilità, tempo, pazienza, energia, ascolto. E questa è la difficoltà del nostro tempo. E' questo che i governanti dovrebbero fare: facilitare il passaggio, la trasformazione del 'suddito', stanco e rinunciatario, spesso 'apolitico', disimpegnato ma moolto arrabbiato (perché la crisi corrode anche gli animi gentili) a 'cittadino consapevole', che non piega la testa, che vuol conoscere e capire, criticare e proporre. Concludo rilevando, invece, che se chi governa mostra stizza, indignazione e, in definitiva, paura delle elezioni, invece di cogliere la preziosa occasione per dare risposte concrete a domande precise, forse sì, siamo già in campagna elettorale e nulla di buono si prospetta.
Noemi Alessi