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A Marciana la TARI più cara d'Italia?

Scritto da  Romano Bartoloni Martedì, 02 Febbraio 2016 04:10

MARCIANA LA TARI PIU’ CARA D’ITALIA
di Romano Bartoloni
Una della Tari (tassa raccolta rifiuti) più care d’Italia, se non addirittura la più cara, si paga a Marciana e nei suoi borghi della costa occidentale dell’Elba. In cambio impone un “Porta a Porta” pasticciato e costato salato.
Secondo il rapporto “Green book” di Utilitalia, realizzato in collaborazione con la Cassa depositi e prestiti, la tassa raggiunge mediamente i 215 euro l’anno per una famiglia tipo (3 componenti) in un Comune sotto i 50mila abitanti, ma se vive in una città con oltre 200mila residenti quella famiglia tipo sborsa 321 euro l’anno. Per non far torto a nessuno, rivelo i miei conti di proprietario di seconda casa a Poggio di Marciana, che produce spazzatura massimo per due mesi nel periodo estivo: 267 euro per un’abitazione di 40mq con un solo componente contro i 230,34 per 80 mq a Roma dove risiedo tutto l’anno. E quasi la metà dei tartassati 2mila contribuenti frequenta l’isola solo d’estate.
La tassa marcianese, già su livelli superiori alla media negli scorsi anni senza il “Porta a Porta”, è cresciuta di colpo in forma esponenziale aggirandosi intorno a un aumento del 30%, anche se molti sostengono assai di più. Perché? Perché i disservizi e i disagi provocati da un fallimentare esperimento in una località che non ne ha l’idoneità (verdetto dell’Ato toscana ente pianificatore) per le sue caratteristiche, urbanistiche, ambientali, sociali e turistiche, hanno richiesto interventi straordinari realizzati a caro prezzo. E’ balzata a 2milioni di euro una spesa contenuta nel passato intorno a 1milione e mezzo. A nulla erano valse le denunce al Prefetto di Livorno e la raccolta di firme di protesta. Oggi sono solo speciose le obiezioni sollevate d’ufficio nel tentativo di salvare il salvabile di un’impresa totalmente sbagliata e mal sopportata dalla popolazione.
Da tempo, l’Ato, peraltro composto dagli stessi Comuni elbani, sollecita un regolamento uniforme di raccolta differenziata per tutta l’isola, valorizzando L’Esa, l’elbana servizi ambientali che ha il compito materiale della raccolta e che oggi svolge a costoso rimorchio dei capricciosi criteri di organizzazione di ciascuno degli 8 Municipi isolani. Rigettata l’idea del Comune unico, in alto mare le ipotesi di consorzio intercomunale, si va avanti ognuno coltivando il proprio orticello, ignorando o fingendo di ignorare che l’economia elbana non produce risorse per una propria vita autonoma e che il turismo non è una varabile occasionale di benessere.

Romano Bartoloni

 

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