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Alcuni suggerimenti a chi amministra, per una ripresa possibile, anche del turismo più popolare

Scritto da  Fabrizio Giovannoni Giovedì, 23 Aprile 2020 10:59

Da innamorato dell’Elba e da proprietario di una piccola casa nel versante occidentale dove appena possibile vengo a trascorrere qualche giorno di ferie e qualche fine settimana, emergenza COVID-19 a parte che necessariamente e intelligentemente ha blindato l’isola, mi tengo aggiornato sulle vicende isolane leggendo vari blog e quotidiani on line.


Ho letto un post su “Camminando” di una lettrice che, pare, abbia ascoltato una intervista ad un Sindaco di un importante Comune Elbano che affermava l’opportunità di ampliare le attuali concessioni balneari.
Nell’ipotesi, spero di no, che la notizia sia vera informo i Sindaci e gli Amministratori che volessero perseguire tale strada che così facendo, a mio modesto parere, finiranno di distruggere quel poco che sarà rimasto in piedi.


E mi spiego. Purtroppo, come tutti sappiamo, la prossima estate oramai alle porte non sarà una normale estate, ben pochi turisti arriveranno sull’isola (sperando ovviamente che la situazione sanitaria sia tale da permettere una più o meno normale circolazione a partire da fine maggio/inizi di giugno), e quelli che arriveranno saranno in grande prevalenza proprietari di casa, almeno per i mesi di giugno e luglio e settembre. Poi nel canonico periodo di ferie agostano oltre ai proprietari di seconda casa si aggiungeranno i pochi italiani che ancora hanno qualche soldo da spendere e che hanno ancora le ferie che non si sono consumati in questo periodo di lockdown. Temo che di stranieri non se ne vedrà praticamente nessuno.

Rilevo poi, leggendo qua e là, che sull’isola vi è un movimento di pensiero piuttosto radicato che ha una forte propensione a favorire un turismo verso l’Elba di alto livello, cosidetto di elite, ovviamente mettendo in secondo piano il turismo più “popolare”. E l’idea di favorire gli stabilimenti balneari a scapito della spiaggia libera, forse addirittura vietata con la scusa del controllo legato all’emergenza sanitaria, mi pare vada in questa direzione.


Potremmo a questo punto fare mille considerazioni ma sostanzialmente mi soffermo su una sola: chi viene all’Elba non lo fa per fare passerella ma lo fa perché ama la natura e la bellezza del posto. Chi viene all’Elba, e magari ci ha investito anche tanti soldini comprandoci una casa, lo fa perché sa che li ci trova principalmente un tripudio di bellezze naturali e una tranquillità che tanti altri posti non hanno. Senza considerare che volendo trova pure la discoteca ed il locale dove tirare l’alba.


Il turismo che ragionevolmente e oggettivamente arriva sull’isola è questo, e farsi fuorviare dalla presenza di qualche sporadico vip che magari ormeggia il panfilo a 500 mt dalla spiaggia e, forse, scende una volta a fare un giro per il paese temo sia un errore madornale. Il turismo che arriva, e che ancora di più deve essere intercettato nel futuro, è quello di chi un giorno si fa un pezzo della GTE e un giorno si cerca la caletta dove fare il bagno con l’acqua cristallina.
E magari il giorno seguente visto che è stanco o non ne ha voglia se ne va pure sulla spiaggia attrezzata. Ma se lo obblighi solo a questo, alla spiaggia attrezzata, questo tipo di turismo non viene.
Si deve arrivare ad intercettare un turismo di qualità, certamente, ma un turismo che apprezza e rispetta. Che la sera dopo il mare trova i musei aperti e iniziative culturali di ampio respiro come quella, per esempio, che fa il mio comune Elbano (Marciana Borgo d'Arte). Che durante il giorno trova spiagge e una sentieristica ben tenuta. Questo e solo questo è quello che spinge all’Elba me per primo e tanti che conosco con cui ho parlato.


Cari Sindaci e Amministratori lo sapete che, almeno nel Comune di Marciana, infilare le chiavi nella serratura in un appartamento di 40 mq non residente costa di spese fisse quali IMU, TASI, TARI poco meno di 1000 (mille) euro? A cui si aggiungono il consorzio di bonifica, le quote fisse delle bollette di energia elettrica, acqua e chissà cos’altro. Insomma un giochino che in fondo ad un anno supera abbondantemente i 1200/1300 euro. Ripeto solo ovviamente per infilare le chiavi nella serratura, poi bisogna starci. E, per amore di patria, soprassiedo sulle spese che si deve sostenere per arrivarci. Stesso discorso vale per chi decide di affittare un appartamento o soggiornare in una pensione: Non ho esperienza diretta ma da quello che mi dicono normalmente a parità di periodo il costo è un poco superiore a quanto richiesto sulle località costiere. In più ovviamente ci sono i costi del viaggio.


Sorge quindi spontanea una domanda: chi accidenti ce lo fa fare di venire sull’isola? La risposta, si ritorna sempre lì, è semplice: la meraviglia unica del posto. Una meraviglia ed una unicità che personalmente, dopo tanti anni, non smette di colpirmi. E di colpire tutti quelli che come me, pure con sacrificio economico non trascurabile, si ostinano a venire sull’isola. Non mi se ne voglia ma la meraviglia, cari Sindaci e Amministratori, non è la spiaggia con gli ombrelloni bar e ristorante annesso. La meraviglia sono le innumerevoli spiagge cale e calette con l’acqua cristallina che magari si raggiungono solo a piedi camminando per mezz’ora dopo avere lasciato la strada. La meraviglia è la primavera a Serraventosa o l’autunno nei castagneti. Certamente anche le spiagge attrezzate, se specialmente sono in posti magnifici, hanno la loro importanza. Ci mancherebbe. Tutti abbiamo avuto figli piccoli, oppure non sempre si ha voglia o la prestanza fisica di scarpinare con lo zaino in groppa sotto la canicola. Anch’io nell’arco della vacanza talvolta vado nelle spiagge attrezzate. Ma, ripeto, non è l’ombrellone che attrae il turismo sull’isola. E non sarà certo l’ombrellone ad attrarre il turismo di elite che qualcuno vuole. Per attrarre quel tipo di turismo la strada è lunghissima, costosa perché vanno create determinate infrastrutture, ed incerta poi nei risultati. Mentre il turismo di qualità, quello che apprezza e rispetta, già lo avete. E certamente con grande facilità si può attrarre in misura ancora ben più consistente. Faccio un paio di semplici esempi, i primi che mi vengono in mente, Elbaman e Legend Cup, di queste iniziative che portano centinaia e forse anche migliaia di persone fra atleti e accompagnatori ce ne vorrebbe una la settimana nei mesi da aprile a giugno e da settembre ad ottobre. Il territorio Elbano sembra fatto apposta per queste cose. Se poi le associamo ad una offerta di attività culturali, a mio parere, si riuscirà ad aumentare la redditività e la stagionalità da 3 a 6 mesi. E il vantaggio, è facile da capire, non è certo solo per titolari delle attività ma lo sarà certamente per tanti lavoratori stagionali che invece di lavorare 3 o 4 mesi se va bene ne lavoreranno almeno 6.


Senza contare che oggi le Amministrazioni hanno a disposizione una formidabile risorsa: i percettori del reddito di cittadinanza. Questi, per esempio, potrebbero essere utilizzati sulle principali spiagge libere per favorire e controllare la corretta disposizione dei bagnanti nel rispetto delle distanze di sicurezza che il momento richiede ed eventualmente, al raggiungimento della naturale saturazione, impedire ulteriori afflussi. Potrebbero poi essere utilizzati in tanti lavori socialmente utili che, oltre a dare loro una dignità, darebbero un sempre maggiore decoro all’Isola.
Gli strumenti ci sono, e spesso a costo zero. Utilizzateli.


Pertanto, egregi Sindaci e Amministratori, pensateci bene prima di fare certi passi. Tutti quelli che raggiungono l’Isola sono disposti a fare sacrifici economici e, in questi tempi di emergenza sanitaria, anche organizzativi, ma sicuramente non sono disposti a farsi prendere in giro da iniziative che mi limito a definire inopportune. E se si sentono presi in giro, me per primo e tanti altri con cui ho discusso della faccenda, se ne stanno a casa loro o vanno da qualche altra parte tenendo chiusa e sbarrata la loro casa Elbana. Ci rimetteranno qualche soldo di tasse pagate inutilmente (chi va in vacanza e magari ha pure una casa o due in più del necessario evidentemente se lo può permettere) ma non la dignità. In compenso siamo sicuri che senza la presenza di queste persone, specialmente di questi tempi, che vanno a fare la spesa, che acquistano tante cose, che magari vanno a cena fuori sia poi garantita anche la dignità di chi con queste persone ci ha costruito una economia e ci vive sul territorio?
Sperando di vederci presto e in salute vi saluto tutti con affetto.


Fabrizio Giovannoni

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