Il dibattito politico capoliverese in questi ultimi 20 giorni si è infuocato dietro pretesti ridicoli. Pretesti che avevano come unico obiettivo quello di distrarre i cittadini da quella che doveva essere la risposta del "secolo."
La domanda la posi in un articolo uscito ben 20 giorni orsono, con il titolo: "Quel pasticciaccio urbanistico di Fonte alle Rose!" Si è preferito divagare, con dubbia abilità, sollevando polveroni tipo il conferimento di incarichi dirigenziali ad alcuni dipendenti comunali, per altro sempre effettuati anche dalle precedenti amministrazioni non solo per promozione ma anche per punizione. Si è continuato lanciando dubbi su possibili vizi o illegittimità sul regolamento comunale sui contributi da versare alle associazioni operanti nel territorio. Si è alzato il tiro sulla vicenda Cipollini, e non mi riferisco al caso di per sé, risolto poi dallo stesso campione, ma dai toni offensivi e brutali che si sono usati per colpire sindaco e maggioranza.
Ma la tempesta in un bicchiere d'acqua si è presentata sulla vicenda della posa in opera di una ringhiera sul muretto di via Silvio Pellico. Sorvolo sugli interventi più o meno sinceri di semplici cittadini che per vero amore capoliverese o per amicizia nei confronti dei commercianti di quella via, che secondo loro venivano minacciati da quella ringhiera. Quello che mi premeva sottolineare è il comportamento dell'ex sindaco e del suo vice e viceversa. I loro interventi sono stati offensivi e denigratori nei confronti degli amministratori e di uno stimato cittadino per altro insignito della cittadinanza onoraria.
Lor signori, tentando di inzuppare il biscotto nella tazza della polemica, si sono dimenticati di dire che sono loro ad aver gestito tutte le fasi del percorso. Sono loro che hanno gestito la permuta con il privato. Sono loro ad aver gestito il frazionamento che ha incluso porzione di quel muretto nella proprietà privata di quel cittadino. Sono loro che ne hanno verificato l'assoluta linearità di quel percorso. È di loro nomina la commissione comunale sul paesaggio che ha approvato il progetto sul piano paesaggistico.
Vorrei far notare che io, insieme a Milena Briano, Corrado Martorella e Alessandro di Vita, da consiglieri di minoranza dell'amministrazione 1999-2004, in consiglio comunale votammo contro la permuta, perché allora era possibile l'esproprio dell'area dove sarebbe sorta la torretta dell'asilo.
Ora se ne escono fuori con una serie di scuse banali e cercano di far cadere su Montagna e ancor più sul Dott. Giannocchero tutte le responsabilità.
Alcune perle portate a loro discolpa. La sopracitata commissione era distratta quando ha espresso quel parere, spero solo che non ne abbiano espressi altri di pareri. Gli amministratori non possono sapere tutto di quello che succede negli uffici: ci credete? Ma il fior da fiore è questo: "ci hanno mandato via, altrimenti avremmo espropriato quei muretti!" Roba da chiodi. Da non crederci. Infatti non ci credo ed ho la prova.
Questo ci riporta al famoso articolo sopracitato e alla domanda inclusa in quel testo alla quale non si è voluto o potuto rispondere. La sentenza in oggetto che risale al 2013, era del Consiglio di Stato e condanna a la società Frontoffice a pagare oltre 130 mila euro come oneri urbanistici "casualmente mal calcolati" sull'opera edilizia di Fonte alle Rose venduta dallo stesso Barbetti a quella società. Pare che una volta arrivata al protocollo, nel 2013, l'ufficio come prassi l'avesse inviata agli uffici di competenza. Quindi pare che questa sia arrivata al Sindaco, al suo vice nonché assessore all'edilizia privata e firmatario della concessione, al responsabile del servizio e alla segretaria. Pare, sentite le non risposte, che a quella sentenza non sia stato dato suguito. Sembra che siano caduti in una sorta di depressione quando questa società si è improvvisamente polverizzata.
La domanda di quell'articolo era: "cosa avete fatto in tutti questi anni (2013, giugno 2020)per recuperare questi 130 mila euro?" Cosa si è fatto per non far cadere tutto in prescrizione? Vorrei aggiungere altre due domande. Cosa ne avete fatto della fidejussione versata in banca a garanzia dalla stessa società? Cosa avete fatto per essere inclusi in un probabile elenco di creditori se, come si vociferava allora, questa società era fallita? Magari per partecipare alla suddivisione di beni di proprietà di questa società?
Le domande credo siano pertinenti perché il rischio della prescrizione esiste e quei 130mila euro sarebbero come sangue nelle vene per le casse del comune. Altro che omissioni o danni erariali se si venisse a scoprire che questa sentenza ha vissuto "aspettando Godot", forse chiusa in un cassetto.
E non mi venite a dire che non siete riusciti ad espropriare quei muretti perché il Consiglio di Stato vi ha mandato a casa. Scusa poco credibile, visto che 7 anni non sono bastati per recuperare quella somma.
Ultimo dubbio. Ma era proprio sparita quella società? Era proprio fallita? Era proprio impossibile contattarla? Non credo perché a distanza di circa dieci anni questa società è risorta tra di noi e nell'ottobre del 2020 ha presentato domanda di scia per manutenzione e pulizia del cantiere (vedi foto allegata). Quel che mi è dato di sapere è che l'attuale amministrazione ha messo in campo ogni sforzo per arrivare ad una soluzione positiva della vicenda. Lo sperano i capoliverese perché quella cifra, in periodo di covid, sarebbe utile per dare un aiuto concreto alla cittadinanza.
Mario Pintore