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Sentenza terme di Cavo - Terra Nostra: Si a farle, No a procedura del Comune

Scritto da  Giovedì, 28 Ottobre 2021 18:35

Riceviamo e pubblichiamo

 

Al Sindaco del Comune di Rio
In considerazione del ricorso proposto da una società privata davanti al TAR Toscana discusso lo scorso 6 ottobre, relativamente ad alcuni terreni ricadenti in un Piano di Recupero di un compendio immobiliare presso la Località “LePaffe” (Il Cavo), ricorso che è stato perso dal Comune rispetto alla mancata stipula della convenzione conseguente all’approvazione del Pdr medesimo, la conseguenza più eclatante è che possa essere stato inficiato l’insediamento del perimetro delle Terme, ove le prevedeva(RQ7) la Variante adottata dal Consiglio Comunale in data 20 luglio 2020.
Infatti, alcune localizzazioni di servizio alle future Terme, ricadono proprio dove dovrà sorgere l’insediamento residenziale privato, di fatto ad oggi, rendendo vani gli atti fin qui compiuti, e ritardando l’azione amministrativa per realizzarle concretamente. Questo fatto conferma ciò che TERRA NOSTRA disse in Comunale e scrisse in data 22 luglio 2020, e cioè che questo piano era stato fatto frettolosamente ed in
maniera troppo “spensierata”, senza che fossero state adeguatamente studiate tutte le situazioni in campo, e che ciò avrebbe ritardato la necessità dell’insediamento, che è importante per il territorio e va fatto senza scorciatoie, se vogliamo farlo davvero e presto.
Questa vicenda, presenta comunque alcuni lati da chiarire, che elenchiamo:
1) Per quale motivo, il Comune di Rio non si è costituito davanti al TAR Toscana nel corso dell’udienza? Forse non esistevano argomenti da contestare?
2) Perché la Giunta Comunale il 3 aprile 2020 nella propria delibera nr.50 ha testualmente scritto che “una possibile localizzazione che si reputa ottimale, coerente con i concetti di razionale uso del territorio, di funzionalità, di appetibilità, di relazione con il tessuto urbano del paese, potrebbe essere individuata – fatte le opportune verifiche di sostenibilità sotto tutti i profili coinvolti – nelle aree contraddistinte nell’attuale strumento urbanistico come PAC.3 – PAC.4 – RQ.7, oltre alle adiacenti aree PP2, E0.P e V.1”? Non sapeva che su di esse gravava un Pdr da convenzionarsi, come da richiesta (diffida)della controparte in data 6 dicembre 2019, alla quale il Comune aveva risposto in data 29 gennaio 2020, cioè oltre un mese prima della delibera di Giunta, manifestando la volontà di chiedere pareri  legali,  stante “il tempo trascorso dall’approvazione del piano”? E perché non si è informato del carteggio l Consiglio Comunale il 20 luglio 2020, in seduta di adozione della Variante?
3) Perché nella medesima delibera veniva testualmente scritto che “L’analisi dei diritti edificatori già riconosciuti dalla vigente pianificazione nel comparto, e fin qui non attuati, potrebbe costituire una consistenza accettabile per tutte le funzioni necessarie se i diritti in questione, previa la compatibilizzazione delle rispettive destinazioni, possono essere messi a sistema eventualmente con idonea traslazione di talune volumetrie”? Forse si alludeva al compendio immobiliare oggetto di ricorso al TAR? E se è così, perché non si è documentato al Consiglio Comunale al momento della discussione della Variante, che esisteva un ricorso dal 15 maggio?
4) Perché di fronte a due ordinanze del TAR, una del 23 settembre 2020, l’altra del 2 dicembre 2020, nelle quali il TAR disponeva al Comune “incombenti istruttori a carico del Comune di Rio in ordine ll’attuale validità del Pdr”, il comune rispondeva con un assordante silenzio ?
5) Con quali atti erano stati avvisati del ricorso al TAR gli enti pubblici interessati , la Regione Toscana, il PNAT, ASA, TERNA, la Soprintendenza? E sono stati adesso messi al corrente della conseguente sentenza del 6 ottobre?
6) Chi pagherà le spese legali di € 5.000,00 alle quali è stato condannato il Comune di Rio?
7) Quali provvedimenti intende prendere adesso l’Amministrazione Comunale in ordine all’accertata sentenza che obbliga il Comune a stipulare entro 60 giorni la relativa convenzione per la costruzione degli edifici residenziali, proprio su parte dei terreni dove dovevano sorgere le Terme?
8) Si ritiene di dover annullare gli atti sin qui emessi dal Comune a proposito della Variante Termale?
Attendiamo risposta nei termini previsto dalla legge.

Gruppo consiliare TERRA NOSTRA

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