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A chi interessa - davvero - il rigassificatore di Piombino?

Scritto da  Graziano Rinaldi Mercoledì, 27 Luglio 2022 09:32

Sul rigassificatore di Piombino è necessaria una discussione critica anche all’isola d’Elba a causa delle gigantesche conseguenze sul mare, sull’economia e sulla qualità della vita di decine di migliaia di toscani.

 

Imprenditoria locale: negli ultimi anni, con tanto impegno e fatica, Piombino sta cercando di diversificare e riconvertire la sua antica vocazione industriale; mentre l’isola d’Elba gode di un relativo benessere proprio grazie alla florida economia turistica.
Non pare un’idea brillante quella di ormeggiare in porto una nave rigassificatrice della capienza di 170.000 metri cubi di gas liquido.
Perché?
Normalmente il gas viaggia nei gasdotti allo stato gassoso, mentre il gas liquefatto deve essere tenuto ad una temperatura di -160 gradi centigradi per essere compresso di 625 volte, permettendo così il trasporto attraverso navi gasiere di diverse dimensioni.
Il problema sono gli incidenti.
Poco prima di mezzanotte, il 29 giugno del 2009 nella stazione di Viareggio deraglia ed esplode un carro cisterna con 58 metri cubi di gas liquefatto. In pochi secondi è l’inferno: 32 persone morte bruciate vive all’interno delle proprie abitazioni, case sventrate, auto in fiamme, l’apocalisse… questo per “soli” 58 metri cubi di GPL.
Un singolo metro cubo di gas liquido, se riscaldato dà origine a 625(!) metri cubi di gas aeriforme, altamente infiammabile ed esplosivo. Se 58 metri cubi di gpl hanno provocato il disastro di Viareggio, immaginiamo cosa significherebbe un incidente ad un contenitore di 170.000 metri cubi. Il potere esplosivo di questa nave è, al netto delle radiazioni, pari a quello di 70 (settanta) bombe atomiche come quella di Hiroshima.
Con questo si capisce perché i depositi di gas liquidi e i rigassificatori, devono trovarsi molto lontani dai centri abitati e anche il motivo per cui la costa nei dintorni di Piombino e l’isola d’Elba non sarebbero al sicuro.
Per l’isola d’Elba poi ci sarebbe anche l’imbarazzante problema di imbarcarsi a poche centinaia di metri dalla minacciosa presenza del super rigassificatore, con le innumerevoli manovre di affiancamento delle navi che riforniscono e quelle che si approvvigionano, operazioni incompatibili con la sicurezza di passeggeri e merci (il porto di Piombino nel 2021 ha registrato 2,8 milioni di passeggeri, 12.603 navi, 82mila camion spediti via mare e 4,2 milioni di tonnellate di merce).
E non si deve pensare che gli incidenti siano improbabili e rari, l’ultimo è quello avvenuto in Texas l’8 giugno di quest’anno, presso l’impianto di GNL di Freeport. Come ha affermato Faisal Khan, direttore del Mary Kay O’Connor Process Safety Center presso la Texas A&M University: ‘Il Gas Naturale Liquefatto è una bestia quando si tratta di pericoli e in particolare di incendi ed esplosioni..Può facilmente degenerare“.
Per non parlare della svalutazione del patrimonio immobiliare privato e turistico.

 

Ambientalisti, residenti e pescatori: il GNL viene estratto col fracking, un’operazione invasiva ed altamente inquinante, poi deve essere trasportato da un oceano all’altro in una modalità tutt’altro che “ecologica”, dopodiché sarà processato per essere riconvertito da liquido a gassoso… e non dimentichiamo che il metano contribuisce all’effetto serra come se non più della famigerata CO2.
Forse più che di “riconversione ecologica” dovremmo parlare di cosmesi green.
Altra questione: il normale funzionamento del rigassificatore prevede l’uso di varichina (candeggina) (Ipoclorito di sodio, NaClO) a ciclo continuo quale antivegetativo, necessario a tenere sempre libere dalla formazione di alghe ed incrostazioni le serpentine degli scambiatori di calore. Che sia prodotto a bordo tramite elettrolisi dell’acqua di mare o meno, nella letteratura scientifica è acclarato che “dosaggi anche molto bassi di cloro possono determinare impatti molto dannosi sugli organismi marini, sia con effetti letali, sia con effetti cronici e sub letali. Gli alogeno-derivati sono tossici, mutageni, poco biodegradabili e possono interferire in molti processi metabolici e fisiologici.”
Insomma entra acqua di mare viva ed esce acqua morta, sterile e ricca di cloro al ritmo di 2,2 litri al secondo. Amen.
Senza parlare della beffa del “santuario dei cetacei”, puro marketing, “tutto chiacchere e distintivo”.

 

Donne e uomini e di destra. L’identità comunitaria, le “radici” culturali e spirituali cui si riferiscono le persone che genericamente si ispirano alla destra storica, dovrebbero prendere in considerazione che quello che sta avvenendo ha a che fare con una ristrutturazione globalista e monopolista del mercato dell’energia. Infatti anziché approvvigionarsi da fornitori economici con contratti a lungo termine e a prezzi prestabiliti, l’intero sistema dovrà fare i conti con una realtà sulla quale i singoli stati non avranno più alcun potere contrattuale, con le grandi corporation internazionali che porranno la nostra imprenditoria nazionale, tanto declamata per la sua vivacità creativa, in una posizione di totale subalternità.

 

Donne e uomini e di sinistra. La croce sulle spalle di Piombino è la conseguenza della finanziarizzazione del mercato dell’energia, della riduzione del lavoro ad accessorio di un potere che in stile coloniale decide di sacrificare la salute e la qualità della vita dei più al profitto di un’élite ristrettissima.
In futuro assisteremo al proliferare di depositi verso cui transiteranno pericolosamente per mare, su ferrovia e sulle nostre strade una flotta di navi, carri cisterna e camion carichi di gas liquido, più inquinante, più pericoloso e più caro del gas naturale, con l’unico pregio di essere molto più redditizio per la speculazione finanziaria e molto più oneroso per i cittadini e le imprese.
Ingiusto? No, è il capitalismo finanziario baby!

 

Uomini e donne religiosi. Solitamente chi professa una disciplina spirituale non ama la guerra e fa tutto il possibile per mantenere un ordine sociale nel quale le persone possano pacificamente coltivare il loro lato spirituale.
Il rigassificatore è uno dei tanti frutti avvelenati della guerra in corso. In qualsiasi modo si possa interpretare le responsabilità, un fatto deve essere obbiettivamente constatato: come in tutte le guerre i poveri muoiono e i ricchi diventano ricchissimi.
E questo non né buono né bello sotto nessuna stella.

 

Graziano Rinaldi

 

Servizio della RAI su incidente di Vareggio: https://www.raiplay.it/video/2021/06/Ossi-di-Seppia---Il-rumore-della-memoria-EP25-La-strage-di-Viareggio-d938c789-e09c-47e0-ad00-d8f625ebd783.html

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Ultima modifica il Mercoledì, 27 Luglio 2022 09:35

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