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Energia: quanto mi costi

Scritto da  Giampaolo Zecchini Martedì, 03 Giugno 2025 13:52

Riceviamo e pubblichiamo

 

Energia: attitudine di un corpo a compiere un lavoro.
Senza energia, quindi, non si può compiere alcun lavoro! Nulla si muoverebbe. Staremmo seduti sul divano (adagio di recente memoria).

 

27 Maggio scorso, assemblea Confindustria a Bologna: il Presidente Emanuele Orsini ha lamentato che un vincolo allo sviluppo industriale è l’alto costo in Italia dell’energia. Costo evidenziato anche dalle forze sociali in merito all’aumento delle bollette per gli utenti italiani.

 

Si può, innanzitutto, dividere il problema considerando che l’energia può essere impiegata utilizzando due sue forme:

1) Energia primaria che è quella principalmente dei combustibili fossili (carbone, gas, petrolio greggio) e quella rinnovabile.

2) Energia secondaria: elettrica, che è derivata dalla primaria, e quella dei prodotti, sempre fossili, derivati dalla distillazione del greggio.


Della prima constatiamo direttamente il costo con la bolletta del gas; della seconda, limitatamente ai fossili, con le bombole di gpl in casa o facendo il pieno alla macchina.

Della seconda prendiamo atto lo stesso dalla bolletta della “luce”, ma entrano, nell’analisi del prezzo, il modo con cui tale energia è prodotta.

 

Il problema è, quindi, complesso perché richiama l’analisi di molti fattori.

Proviamo ad esaminare in partenza il gas che è denominato “gas naturale” (GN) ed è quello che si trova direttamente nel sottosuolo, costituito per il 90% da metano (CH₄). Quello in bombole è una miscela di propano e butano (chi si ricorda “pibigas”?) e si ottiene dalla rettifica del petrolio in raffineria, è liquido a relativamente bassa pressione e temperatura ambiente. E’ quello che si trova all’isola d’Elba che, stranamente è sprovvista di GPL per le macchine che è la stessa cosa. Forse lo dovrebbero far pagare tanto per il canale. In “continente” costa da 0,65 a 0.89 euro il litro.
Se qualcuno vuole fare un po’ di conti 1 litro di gpl pesa circa mezzo kg.

 

Fino ad alcuni anni fa il metano veniva distribuito in fase gassosa quasi esclusivamente dai metanodotti che lo facevano pervenire dai pozzi di estrazione alle utenze , tramite turbocompressori, a varie pressioni via via decrescenti. Per far liquefare il metano (GN) occorre raffreddarlo fino a circa -160
⁰C per mantenerlo a basse pressioni e riuscire a trasportarlo con le metaniere. La Golar Tundra di Piombino ne è un esempio ed a Spezia da tantissimi anni a Panigaglia si è scaricato e rigassificato il metano liquido (GNL) proveniente da Marsa el Brega (Libia) dove allora imperava Gheddafi.
Il “gas da tubo” praticamente obbligava a fare contratti pluriennali anche per ammortizzare le spese delle pipelines. Con la fine del ‘900 si è sviluppato il mercato libero dove il gas viene quotato basandosi sulla legge domanda-offerta.

 

Per l’Europa la sede del mercato è Amsterdam dove il prezzo definito in continuazione è detto TTF (Title Transfer Facility), il gas è comprato dagli intermediari e venduto agli acquirenti con una provvigione. In Italia esiste anche una borsa virtuale che definisce un prezzo PSV (Punto di Scambio Virtuale) non molto differente dal TTF con il quale, penso, ci sia un legame.
Per esempio il 1 Giugno il PSV è stato 0,405 €/smc ed il TTF 33,85 €/Mwh.
Smc è il mc standard che si riferisce a determinate condizioni di temperatura e pressione (è un gas!); dei coefficienti lo riportano sulle bollette.

 

Per paragonare i due dati sopra riportati si ricordi che 1Mwh = 104,23 smc, quindi il TTF risulta 0,325 €/smc. Mi è spesso capitato di fare molte equivalenze per fare confronti. Non so se questo è voluto.
Da notare che il TTF, “mediato” ogni mese, risente di fattori geopolitici, della domanda-offerta e contratti “futures” ( acquisto differito ad un prezzo prefissato) di tipo speculativo.
Il PSV è gestito da ARERA (Snam) ( Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) che stabilisce un prezzo per i “vulnerabili”( servizio CMEM,m) sulla media mensile del PSV.

 

I vulnerabili sono persone over 75, percettori di bonus sociale , portatori di handycap o residenti in ambienti disastrati.
Per i restanti clienti il mercato libero e le varie società applicano prezzi al smc che possono risentire di offerte, spese di commercializzazione e gestionali.
L’ARERA stabilisce anche i costi fissi di gestione contatore , di distribuzione e gli oneri di sistema.
Questi ultimi tengono conto di spese per interessi generali come costi per risparmi energetici, investimenti nelle rinnovabili, costi per recupero morosità, costi per facilitazioni in alcuni settori di servizi.
Costi fissi sono anche imposte regionali e comunali.
Poi c’è l’iva che risulta del 10% per i primi 480 mc consumati e del 22% per il restante consumo.
Come esempio, posso riportare un caso concreto di bolletta gas sett.-ott. 2024: 37,30 € per 13 smc-
Spese per materia gas : 16,10 €
Spese gestione e trasporto contatore : 16,13 €
Oneri di sistema: -3,00 €
Tot imposte ed iva: 8,07 €

 

Trovare una ragione è come risolvere la quadratura del cerchio! E’ il costo di mercato del gas il problema?
E per ultimo, per questa prima chiacchierata, il prezzo dei carburanti alla stazione di rifornimento.
Viene sempre annunciato dai mass media il prezzo del greggio in dollari al barile.

 

Prima domanda: ma chi conosce quanto è un barile? Non viene spiegato a chi, dopo il periodo napoleonico (anche di elbana memoria), ha adottato il sistema metrico decimale.
Quando studiavo su testi inglesi ed americani all’università si parlava di U.S. gallon e Imperial gallon (i soliti altisonanti inglesi) che, naturalmente valeva di più!
Il barile usato per il greggio vale 42 galloni americani che valgono 3,785 litri l’uno.
Perciò un barile di greggio vale circa 159 litri.
Leggo oggi che il costo oggi è di 63,89 $ cioè 56,22 €. Quindi il greggio costa circa 0,35 € al litro.
Ci sono spese di trasporto, di raffinazione ed accise (che sono imposte o dazi interni che per la benzina sono 0,72 €/l).

 

Ci sarebbe da pensare su questi dati. Certo le accise servono alle casse dello Stato anche per fini sociali, ma restano ancora differenze tra costi di produzione e prezzi di vendita su cui meditare!

 

Per l’energia elettrica …alla prossima puntata!

 

Giampaolo Zecchini

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Ultima modifica il Martedì, 03 Giugno 2025 13:58