Oltre ogni schieramento ideologico e al di là del legittimo dibattito su argomenti d’attualità, vorremmo ricordare che il nostro Paese è implicato mani e piedi, in una guerra guerreggiata ed economico-finanziaria che avrà conseguenze sempre più gravi, sulla nostra isola come in tutto il continente europeo, al quale siamo strettamente collegati non fosse altro per motivi economici.
Analizzando i dati ISTAT e OXFAM, constatiamo che già adesso, un cittadino italiano su 10 è classificabile come “povero assoluto”… e non sono tutti migranti, al contrario.
Le guerre in atto colpiscono per primi e più gravemente i nostri concittadini meno abbienti, ma il riarmo travolgerà TUTTE le classi sociali. La cosiddetta e sempre più risicata “classe media” di professionisti e renditieri, così come gli imprenditori, non se la caveranno a buon mercato.
Il debito pubblico in ascesa, l’aumento della spesa “improduttiva” (e pagata con l’imposizione fiscale) in armamenti, l’aumentata voracità di un fisco che sta raschiando il barile e una burocratizzazione tipica dei tempi di guerra, risucchieranno soldi a suon di tasse e balzelli laddove ancora penseranno ci siano polli da spennare.
Potete professare qualsiasi ideologia politica e fede religiosa o essere semplicemente indifferenti, ma quando ci si prepara alla guerra, tutti avranno più da piangere che da ridere.
Chi oggi si sente in sicurezza da un punto di vista economico e finanziario deve sapere che i pochi che guadagnano anche dalla semplice “preparazione” alla guerra (le guerre son sempre fatte per “difendersi”), non sono e non saranno né gli imprenditori né i professionisti elbani, i giochi sono ad un livello così alto che qui nessuno si deve fare illusioni: noi pagheremo e basta.
Cosa chiediamo ai nostri rappresentanti istituzionali:
In primis che, alla luce dei dati scientifici e dell’esperienza storica, prendano decisioni razionali e non ideologiche, che si schierino in favore della diplomazia e contro il riarmo. Invitiamo tutti a prendere coscienza della fragilità economica e sociale dell’isola, al fine di apprestare politiche adeguate per fronteggiare il prevedibilissimo impatto di una potente crisi economica già in atto.
Infatti, senza garantire una vita dignitosa a quanti più possibili dei nostri concittadini, vi sarà una decadenza dell’intera società civile dell’isola, con gravi conseguenze a cascata sia sul piano economico che sociale.
Non possiamo lasciare solo al pregevole lavoro del volontariato, alle parrocchie e alle dame di carità, l’onere di far fronte a un disagio che si sta ampliando a macchia d’olio.
Invitiamo i nostri amministratori a:
- garantire a tutti acqua di buona qualità con fontanelle pubbliche di acqua “veramente buona”;
- collaborare con chi da anni si occupa di aiutare le persone in stato di necessità;
- recuperare dignitosamente il patrimonio abitativo pubblico, prima che deflagri il conflitto italiani /immigrati, che potrebbe anche voler dire fare un passo indietro e riprendersi la gestione diretta degli immobili di edilizia sociale.
- promuovere campagne di educazione alimentare per prevenire malattie da cibo spazzatura;
- sollecitare attivamente e con continuità il sistema sanitario per far fronte all’aumento statisticamente rilevante di malattie fisiche e mentali, anche nelle giovani generazioni;
- collaborare con le scuole elbane per diffondere i valori della nostra Costituzione.
- Prendere il coraggio di progettare oltre il quinquennio del mandato comunale pensando in grande, per le future generazioni, in un progetto unitario come s’addice alla terza isola del Mediterraneo e una delle più amate in Europa.
… viviamo in un mondo già abbondantemente inquinato da centinaia di migliaia di sostanze chimiche che intossicano e fanno ammalare vecchi e giovani, beviamo acqua nella plastica, ci cibiamo di cibo industriale spesso non salutare, le condizioni di lavoro sono sempre più alienanti, e adesso pure la guerra: senza ritrovare uno spirito comunitario, imploderemo e torneremo alla rapacità selvaggia “uomo lupo dell’altro uomo”, oppure costruiremo un’isola più accogliente e gentile, per chi ci vive e per chi la ama da lontano.
G. Rinaldi
per Elba Forum per la Pace