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Le miniere di Capoliveri e Rio Marina nel 1890

Scritto da  Enzo Sossi Mercoledì, 06 Agosto 2025 10:44

Dopo l'unificazione dell'Italia il Regno Sabaudo promosse una modernizzazione diseguale, che penalizzava le regioni periferiche come l'Elba.

 

Le miniere del Monte Calamita e di Rio fornivano le materie prime per l'industria del Nord, ma il benessere non rimaneva sullo scoglio. Le infrastrutture erano minime, le strade sconnesse, i porti utilizzati solo per il trasporto dei materiali.

 

La giornata lavorativa di un minatore cominciava prima dell'alba. Gli uomini percorrevano 6-7 chilometri a piedi, salendo fino alle miniere carichi di attrezzi, acqua e un pezzo di pane raffermo. Il lavoro era svolto a mano, con piccone, carriole ed asini. La polvere di ferro era in ogni dove, dappertutto: sugli abiti, nei polmoni, nelle case. L'ambiente nelle miniere era claustrofobico, umido, spesso pericolante. I crolli frequenti, l'aria irrespirabile, la polvere di ferro entrava nei polmoni e causava malattie respiratorie croniche, come la silicosi. Niente ambulatori. Chi si ammalava, moriva o diventava un peso per la famiglia. Il salario era misero e a cottimo legato alla quantità di materiale estratto. Le famiglie integravano il magro stipendio lavorando nei campi o pescando.

 

Nonostante le difficoltà i paesi minerari dell'Elba, Rio e Capoliveri, svilupparono una forte coesione sociale. Le famiglie si aiutavano, condividevano il pane, l'acqua e i racconti serali. Si formarono le prime società dì mutuo soccorso, con cui i lavoratori cercavano di aiutarsi in caso di infortunio o morte.

 

Nel 1886 a Capoliveri la protesta dei minatori viene repressa e la polizia aprì il fuoco verso i manifestanti, ci furono due morti. Un episodio che segnò profondamente la coscienza popolare dell'isola e alimentò nuove forme di resistenza.

 

L'Elba anche se piccola divenne così una micro-regione simbolica delle contraddizioni italiane post-unitarie ricca di materie prime, ma sfruttata; inserita nello Stato, ma abbandonata; produttore di valore, ma povera.

 

Tuttavia, nel 1890 la vita dei minatori elbani era fatta di ferro e sudore, fatica e silenzi.

 

Mentre l'Italia liberale discuteva di progresso e civiltà, nelle miniere dell'Isola d'Elba si consumava un altro tipo di storia: quella dei lavoratori dimenticati, delle lotte taciute e della dignità quotidiana strappata alla roccia.

 

Enzo Sossi

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Ultima modifica il Mercoledì, 06 Agosto 2025 10:51