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Donald Trump nemico dell'Unione Europea?

Scritto da  Enzo Sossi Sabato, 06 Dicembre 2025 14:31

Quasi la metà degli europei considerano Donald Trump un nemico. Il dato acquista maggior peso con i dazi che sono stati imposti unilateralmente dagli Stati Uniti alla Unione Europea. Una misura che colpisce ipocritamente la nostra economia e conferma un approccio dichiarato di "America First", anche verso gli alleati storici.

 

Trump viene percepito dai cittadini europei come una minaccia reale: un leader che usa non solo il commercio, ma anche le alleanze e la sicurezza come rotta per i suoi interessi. Un' Unione Europa divisa fa fatica a rispondere.

 

Non sono i dazi in sé - che possono essere aggirati o compensati o rinegoziati - ma ciò che rivelano: la nostra vulnerabilità. La responsabilità è dell'Unione Europea che continua a non dotarsi di strumenti comuni. Oltre a ciò lo smarcamento di Trump dalla NATO e una politica estera sempre più orientata verso le richieste di Putin e sempre meno a Zelensky. Niente armi all'Ucraina e business con la Russia. Se Mosca arriva a Kiev il presidente degli Stati Uniti sarebbe il responsabile passerebbe alla storia come un perdente ed un personaggio antidemocratico. Il primo leader americano sconfitto sul confine orientale europeo. In una ipotetica olimpiade, Donald Trump, vincerebbe la medaglia d'oro, seguito da Gerald Ford per la sconfitta in Vietnam e da Biden per l'iconica immagine della fuga in elicottero da Kabul e fotocopia di Saigon. Non America First, ma America Loses.

 

Finché i Paesi membri inseguono soluzioni bilaterali con gli Stati Uniti siamo deboli. Serve una linea comune (chi non ci sta può andarsene come ha fatto la Gran Bretagna con la Brexit), capace di rispondere unitariamente ai dazi e alla politica estera contro la UE e con forza e coerenza, anche con misure di reciprocità e maggiore unità interna.

 

Bisogna riequilibrare il rapporto con gli Stati Uniti. Non in chiave antiamerica, ma adulta: collaborazione fin dove è possibile, ma fermezza dove necessario. L'alleanza non può essere un atto di fede, ma un patto tra pari.

 

Dobbiamo accelerare sull'autonomia industriale, difesa cyber e semiconduttori, sulle energie strategiche, su un esercito ed una diplomazia comune. Senza investimenti condivisi ogni tempesta esterna diventerà un terremoto interno.

 

Tuttavia, i dazi non sono un incidente. L'Unione Europea può reagire agli umori di Trump - indignandosi, temendo, sperando - oppure può decidere cosa vuole essere sulla scacchiera globale della geopolitica. Una pedina ovvero un protagonista di primo piano al pari degli Stati Uniti, la Cina, Russia e India. La scelta non dipende da Trump, ma dipende da noi europei. In ultima analisi, vista la politica estera di Washington palesemente filo russa, all'Europa a medio termine (6-8 mesi) non resta che mandare i propri soldati in Ucraina. Ne saremo capaci come Italia?

 

Enzo Sossi

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Ultima modifica il Sabato, 06 Dicembre 2025 14:58