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Le compagnie di navigazione private danno forfait

Scritto da  Pino Coluccia Mercoledì, 24 Dicembre 2025 09:59

La storia infinita del peggioramento della qualità dei servizi di collegamento, in conseguenza delle filosofie iperliberiste.

C'era da aspettarselo, questa specie di "serrata padronale" delle Compagnie private di navigazione di non partecipare al Bando indetto attualmente dalla Regione Toscana per l'assegnazione, per i prossimi anni, del Contratto di Servizio per assicurare i collegamenti marittimi per le isole dell'Arcipelago Toscano, con i relativi servizi, garanzie e a prezzi e condizioni concordate.

 

Sarà la sola Toremar a partecipare, almeno così viene riportato sulla stampa locale. Toremar è nata come compagnia pubblica (L.169, pubblicizzazione dei collegamenti marittimi con le isole minori, anni '70), dello Stato e poi passata alla Regione Toscana, che, successivamente fu privatizzata per una nuova legge che riprivatizzava i collegamenti marittimi (governo Berlusconi).

 

Qualcuno si chiede ipocritamente come mai di questo atteggiamento delle compagnie private, per lo più, oltre i "minus habentes", i fans della privatizzazione estrema di tutto ciò che fa economia, cioè profitto ed è per questo che si affidano alle virtù della libera concorrenza, del libero mercato, per poi scoprire che questa si risolve sempre in un monopolio o in una concertazione di fatto fra gli stessi di prezzi e tariffe.

 

Addirittura si incolpa la Regione Toscana perché ha assunto, con ragione, un atteggiamento fermo, proprio a tutela degli interessi pubblici e non di qualche privato, che pensava forse di poterla condizionare.

 

La verità, confermata dall'esperienza e dai fatti verificatisi in questi anni di privatizzazione, è che al privato, di concorrere per gestire un contratto pubblico di servizio non interessa. Per loro assicurare le corse anche con condizioni meteo alterate, viaggiare comunque anche con navi non a pieno carico per rispettare gli orari, avere prezzi e tariffe stabili, effettuare un numero congruo di corse per il periodo invernale, fare orari compatibili con le esigenze di chi lavora o studia, coordinati e in coincidenza con altri mezzi di trasporto locale, avere navi efficienti e sicure, ammodernare e diversificare il naviglio vetusto e insicuro, svolgere il servizio su più linee e non solo su Portoferraio, è da queste compagnie private considerato un onere insostenibile, che non accettano, preferendo viaggiare e navigare solo quando ci sia un assicurato guadagno, altrimenti stanno ferme in banchina; quindi preferibilmente nel periodo turistico dove il loro scopo è appunto quello di viaggiare a pieno carico in arrivo o partenza, il resto non gli interessa. Per resto si intende una responsabilità sociale verso le comunità isolane e verso il territorio che è fonte dei loro guadagni. Questo è ciò che fa la differenza tra Pubblico e Privato.

 

Quindi se gli Elbani o, in generale gli abitanti delle isole minori Italiane che legittimamente aspirano a vedere realizzate buone e sufficienti condizioni di vita, mobilità per lavoro, studio, salute, cultura e affari, nella loro vita di isolani residenti, tutto ciò lo potranno vedere realizzato solo in un sistema di continuità territoriale, gestito pubblicamente e devono sperare che le loro Regioni e la Regione Toscana meno male lo sta facendo, provvedano a finanziare Contratti Pubblici di servizio nei collegamenti marittimi e non solo in questi, dal momento che anche le aziende private di trasporto terrestre e aeree beneficiano di contratti pubblici di servizio, innanzitutto in favore dei residenti e per lo sviluppo economico.

 

Pino Coluccia

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Ultima modifica il Mercoledì, 24 Dicembre 2025 10:38

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