Sabato 25 maggio, al Palazzetto dello Sport “Monica Cecchini” di Portoferraio, dalle ore 10 alle 13, si terrà il torneo di Baskin “I migliori giocano con tutti”, un appuntamento aperto al pubblico che vedrà in campo tre squadre: Spaventa (Isola d’Elba), Cefa Baskin (Castelnuovo Garfagnana) e Libertas Livorno.
Un torneo che sarà, però, anche l’occasione per aprire una riflessione importante: il futuro della squadra elbana è a rischio.
Dopo sei anni di lavoro, Stefania Donda, docente di scienze motorie, presidente dell’associazione WeOut e allenatrice della squadra elbana, ha annunciato la sua decisione di non proseguire più nel ruolo di allenatrice né in quello gestionale.
Il Baskin all’Elba è nato da un’idea di Alessio Iacopini della Pallacanestro Elba, che si è rivolto all’associazione WeOut, attiva dal 2008 nel campo dell’inclusione e della neurodiversità. Da allora, Stefania Donda, insieme allo psicologo Tiziano Usai, ha dato vita a una realtà sportiva unica, nata in un tempo complesso – quello del Covid – e cresciuta grazie alla dedizione e al lavoro silenzioso di pochi.
“In questi anni – afferma Donda – ho dovuto combattere su tanti fronti, spesso da sola.
Ho creduto profondamente nel Baskin, ma senza arbitri, refertisti, volontari, e giocatori nei ruoli 5, semplicemente non si può parlare di Baskin.
È uno sport vero, agonistico e competitivo, non un’attività per 'poverini'. Il mio obiettivo non è mai stato quello di fare una squadra di disabili, ma una squadra di giocatori che portano in campo le proprie abilità, diverse e complementari.”
Proprio per questo,
il direttivo del Baskin Elba si riunirà per avviare una riflessione e capire se esistono le risorse umane e organizzative per andare avanti.
E per aprire davvero il dialogo a tutta la collettività, è stato indetto un incontro pubblico:
Venerdì 20 giugno, ore 21.00 – Bar della Curva, Località Magazzini (Portoferraio)
L’invito è rivolto a sportivi, educatori, famiglie, volontari, sponsor, giovani e adulti, a chi conosce già il Baskin e a chi desidera scoprirlo. È il momento di capire se esistono le forze per continuare, con una nuova guida, una squadra condivisa e un progetto che rimetta al centro lo sport che unisce.
“Io non posso più farlo da sola – conclude Donda – ma spero che qualcun altro abbia la voglia e il coraggio di farlo insieme.”