Sarà una coincidenza ma ieri giorno di Santa Lucia, santa protettrice degli occhi, è entrata in vigore la normativa europea sulle etichette alimentari. Va in pensione la vecchia normativa del 1979 sostituita dal nuovo regolamento approvato nel 2011 e che è diventato operativo obbligatoriamente in tutti gli stati membri. Sono molte le novità che consentono una maggiore chiarezza e tracciabilità del prodotto, ma ci sono anche delle contestazioni riguardo ad alcuni aspetti che sono peggiorativi rispetto alla norma precedente.
La data di scadenza deve essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna.
Per la prima volta in assoluto viene definita la dimensione minima dei caratteri tipografici delle etichette, che devono essere di almeno 1,2 mm (0,9 mm per le confezioni più piccole).
L'informazione sull'origine del prodotto è obbligatoria. Viene introdotto poi un requisito importante: la sede del produttore dovrà essere indicata non più con il solo riferimento ad un comune di appartenenza ad accompagnare il marchio commerciale, bensì anche con l'indirizzo completo di numero civico. Non è però obbligatorio indicare lo stabilimento di produzione che viceversa era presente nella vecchia legislazione e questo elemento viene contestato perché nel caso di multinazionali non si riesce a capire dove viene realmente prodotto.
Una novità importante è quella che devono essere indicate le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (come derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, frutta a guscio, latticini contenenti lattosio). Questo comporterà un adeguamento dei menù dei ristoranti e delle attività di somministrazione di alimenti e bevande che dovranno comunicare gli allergeni presenti nei piatti proposti.
Per la prima volta viene inoltre regolata la vendita di alimenti sul web. I consumatori dovranno disporre di tutte le informazioni obbligatorie per legge (come nome dell'alimento, lista ingredienti, allergeni, quantità netta, etc.)
Le bevande e gli "energy drinks" a base di tè e caffè con un tenore di caffeina maggiore di 150 mg/l devono riportare sull'etichetta.
I salumi insaccati devono indicare chiaramente i casi in cui l’involucro non è commestibile.
In caso di carne e pesce congelato deve essere indicata la data di congelamento.
La carne, le preparazioni a base di carne e i prodotti della pesca venduti come filetti, fette, o porzioni che sono stati arricchiti con una quantità di acqua superiore al 5% devono indicarne la presenza sull’etichetta. Così come la presenza di additivi o enzimi, allo stesso modo andrà indicata la presenza di proteine aggiunte e la loro origine.
Non sarà più possibile utilizzare la scritta “oli vegetali”, è obbligatorio indicare di quale olio si tratta: olio di palma, olio di semi di girasole, olio extravergine d’oliva, ecc.
Queste le principali novità e credo che siano un passo avanti che ci aiuta a capire meglio cosa comprare, da dove proviene e cosa contiene nella prospettiva di una tracciabilità totale degli alimenti che ci diano la possibilità di una scelta consapevole.
Valter Giuliani http://www.elbataste.com/