Le elezioni amministrative si stanno avvicinando a grandi falcate. Ancora una manciata di mesi e saremo chiamati a scegliere un nuovo gruppo di governanti. Si tratta di un avvenimento importante, perché la squadra di persone che verrà eletta sarà quella che per 5 anni, amministrerà casa nostra.
Dagli ambienti canonici in cui normalmente le liste elettorali prendono forma, poco e niente trapela. Può darsi che abbiano già tutto pronto da mesi e aspettino solo il momento opportuno per rivelarci gli schieramenti già bell'e pronti.
A destra, azzardo, potrebbe ripresentarsi il sempitèrno Marini, al quale bisogna, quanto meno, riconoscere una grande determinazione, del resto, iniziò a vestirsi da Sindaco già dai tempi delle superiori.
I neo "rottamatori", dopo aver valutato quali "rottami" si possono ancora riciclare, proporranno presumibilmente una donna, ma né questo né altro lascia pensare che assisteremo a qualcosa di sostanzialmente nuovo.
Il Movimento 5 Stelle fa intendere che "mattoncino dopo mattoncino" qualcosa sia in via di costruzione. Al momento i lavori sono top secret, ma arriverà il giorno in cui, in una Piazza della Repubblica piena da scoppiare, anche i cittadini saranno finalmente coinvolti e parteciparanno al grande dibattito sulle scelte che riguardano il loro futuro.
Dalla Società Civile, solo una voce è giunta, e c'è da augurarsi che non corrisponda a verità.
Pare che una giovane portoferraiese, nota professionista nel campo dell'"Uso del Territorio", stia formando una lista civica al grido: "Bisogna cementificare altrimenti l'economia si ferma!". Sarebbe opportuno che qualcuno fermasse lei. O che nascesse una lista antagonista che, con altrettanta audacia le urlasse contro: "Spianiamo la Gattaia e facciamoci un giardino!", vincerebbe a man bassa.
Se invece ci si sofferma a parlare con la gente comune, quella di buonsenso, che ben conosce il significato del termine "amministrare", perché quotidianamente deve metterlo in pratica a casa, a lavoro e in famiglia, una volta superata quella reazione riluttante e annoiata che la parola "elezioni" suscita nella maggior parte di coloro che la sentono nominare, si capisce che le sorti della città stanno a cuore a tutti e si intuisce che c'è un filo conduttore che unisce desideri e aspettative. Si capta la voglia di conquistare la normalità.
Non ci sono più soltanto le buche delle strade ad unire le voci di persone appartenenti a diverse opinioni politiche, si percepisce un'aspirazione più ampia, che comprende anche l'avere strade sicure e ben tenute. C'è una gran voglia di vivere in un posto normale.
È un tema che emerge in maniera ricorrente, che unisce un po' tutti e investe tutti gli argomenti, e che chiede si smetterla di piangersi addosso, smetterla di trovare giustificazioni al poprio degrado, smetterla di pensare che questo posto sia diverso dagli altri e che se altrove le cose funzionano, qui da noi non lo possano fare.
La nostra cosidetta "macchina comunale", che sembra un mostro epico contro il quale ci vogliono poteri divini perché venga piegato all'interesse pubblico, i centri storici di pregio già chiusi al traffico da trent'anni mentre nel nostro non si rispettano neanche le regole di base e lo si lascia morire soffocato dai gas di scarico e dal parcheggio selvaggio. La semplice, ordinaria, normale pulizia delle strade.
Se poi si parla di monumenti e opere d'arte, di come altre amministrazioni si rapportino con la cultura, si potrebbe andare avanti all'infinito. Vi sono luoghi in cui il "niente" rispetto al patrimonio di Portoferraio, viene valorizzato a più non posso. Intorno ad un (1) solo quadro di un Macchiaiolo minore qualcuno riesce a costruire eventi internazionali, noi ne abbiamo decine chiusi ad ammuffire nei magazzini della de Laugier e nessuno li può ammirare.
Insomma la sensazione è che se si presentasse una lista di persone libere da vecchie logiche e vecchi schemi, che puntasse tutto sul ritorno al livello zero per costruire una "Portoferraio Normale" con l'intenzione di governare con lo spirito del "buon padre di famiglia", la voterebbero in molti, perché alla fine ciò che è importante in un posto è viverci bene e affinché questo sia possibile il cittadino ha bisogno di sapere che su certe regole ci si può contare.
Tatiana Paolini