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A Sciambere delle mardole tonte ferajesi, ovvero omo che morde cane

Scritto da  Martedì, 31 Gennaio 2017 01:10

Orbene cari lettori, è noto che faccia molta più notizia uomo che morde cane che il contrario, e chissà come si sono sentiti oggi quei brodi (pardon, prodi) dei nostri maggiorenti, che cacciarono, menandone pure vanto (salvo poi il rimangiarsi a posteriori la cacciata e dir che fu gentile invito),  gli zingari brutti, sporchi e cattivi, che pisciavano randon, zipillavano in luogo pubblico, come fossero rispettabili “scambisti” nel parcheggio della Cooppe di notte, e che soprattutto avrebbero sicuramente rubbato  a tutta randa (col condizionale obbligatorio perché furono spediti a quattro passi dai… bastioni, prima che potessero rubbare alcunché).

Come si saranno sentiti oggi i nostri cari eletti, a leggere le cronache carabiniere che raccontavano che l’Arma pizzicato aveva due giovani mardole [per i foresti:  martore (Martes martes), animali  endemici all’Elba noti per l’abilità nel far razzie nei pollai, e perciò accostate agli umani inclini al furto], mardole, dicevamo,  ferajesi d.o.c, anche se qualcuno potrà osservare che l'elegante mustelide è riconosciuto come assai scaltro, e invece i protagonisti del fattaccio, lasciando sul teatro del crimine il loro cellulare, hanno dimostrato di possedere la furbizia di un ghiozzo di buca (in due).

Come si saranno rammaricati i Primati (absit iniuria verbo) di Cosmopoli soprattutto constatando che -  secondo la loro weltanschauung  (l’assessore è dispensato dalla comprensione) – nel caso l’uomo morse il cane, poiché la vittima dello scasso e del furto in appartamento era una …  EXTRA-COMUNITARIA.

Peccato che sono un incallito, incorreggibile agnostico,  altrimenti avrei potuto parafrasare “Dai ferajesi mi guardi Dio che dagli zingari mi guardo io”.

(nella foto: mardola)

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