Il V.Presidente del Senato Centinaio: "Io sono antifascista, posso dirlo in un'Italia liberata 80 anni fa dal nazi-fascismo"
Voglio ringraziare il sindaco Tiziano Nocentini per avermi invitato oggi a celebrare insieme a voi l’ottantesimo anniversario della Liberazione d’Italia dal Nazifascismo.
A pochi giorni dalla scomparsa di papa Francesco, di cui domani si celebreranno i funerali, questa giornata ci dà l’occasione per ricordare il messaggio di pace che più volte il Santo Padre ha rivolto a tutto il mondo. Un messaggio che dobbiamo raccogliere e fare nostro, anche in nome di chi ottant’anni fa combatté per sconfiggere le dittature, porre fine all’orrore dell’Olocausto e regalare all’Europa un lungo periodo senza il frastuono delle armi.
È grazie a loro che io, Gian Marco Centinaio, oggi sono il vicepresidente del Senato della Repubblica Italiana e posso dire liberamente di essere antifascista.
Nel celebrare l’ottantesimo anniversario della Liberazione, oggi confermiamo la nostra gratitudine ai Paesi Alleati, che sacrificarono le vite di tanti giovani per combattere e fermare i piani scellerati dei regimi nazista e fascista. E riconosciamo il carattere straordinario della Resistenza, un’esperienza di coraggio, di ideali, ma soprattutto di unione.Per quasi vent’anni, l’Italia aveva subito la dittatura fascista. Alcuni ne erano stati affascinati, alcuni ne avevano approfittato per accumulare potere e ricchezza. Gran parte della popolazione era stata costretta ad adeguarsi alle sue imposizioni, per paura o anche solo per sopravvivere.
Il desiderio di libertà, però, non si spense mai. A tenerlo acceso furono uomini e donne, laici e cattolici, repubblicani e monarchici, comunisti e liberali. Furono intellettuali e uomini d’azione. Furono sacerdoti e rivoluzionari. Furono militari e persone che non avevano mai toccato un’arma, ma che al momento opportuno decisero di imbracciare i fucili e combattere per riconquistare quella libertà perduta.Non andò tutto bene. Tanti persero la vita, altri furono arrestati, esiliati o torturati. E non mancarono atti efferati anche da parte degli stessi Partigiani, sarebbe ipocrita nasconderlo. Ma si stava combattendo una guerra e non si possono giudicare le azioni di guerra come oggi noi, persone libere, giudichiamo la realtà che ci circonda.Soprattutto, quei patrioti combatterono insieme. Di fronte a un bene più grande, la libertà di tutti, misero da parte le rispettive ideologie. Rimandarono le discussioni sul futuro che volevano dare all’Italia, perché quel futuro andava prima conquistato.
Di tutto questo, porta memoria anche l’Isola d’Elba. Proprio da qui, da Portoferraio, partì Giordano Piacentini per arruolarsi in Piemonte nella nona Divisione Garibaldi, di ispirazione comunista, e poi perdere la vita nel sottocampo di Gusen a Mauthausen. Mentre Ilario Zambelli combatté nel Fronte militare clandestino della Marina, di stampo conservatore e guidato dal monarchico Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, prima di finire entrambi trucidati alle Fosse Ardeatine. Ideali diversi, ma disposti ad allearsi per un obiettivo comune.È questo l’esempio più straordinario che ci ha lasciato la Resistenza. Ed è l’eredità che ritroviamo nella nostra Costituzione, che è stata scritta con la stessa ispirazione unitaria e con lo stesso desiderio di garantire un futuro di pace, libertà e diritti a tutti gli italiani.
Io mi sono sempre dichiarato anticomunista, ma riconosco il contributo dei partigiani comunisti alla Liberazione dell’Italia. Io non ho mai condiviso l’ideologia socialista, ma ho deciso di fare politica ispirato da bambino anche dalla figura del presidente partigiano Sandro Pertini. Mi auguro che anche chi sta dall’altra parte abbandoni la tentazione – che troppo spesso abbiamo visto – di addossare a chi si colloca nel campo del centrodestra una sorta di peccato originale, anche quando il fascismo non l’ha mai vissuto né tanto meno approvato.Coltivare l’eredità della Resistenza per me significa avere la forza di trovare ciò che unisce la stragrande maggioranza degli italiani. Trasformarla in una rivendicazione di parte non è solo un errore storico, ma è anche un difetto morale. Pensare di escludere da quella memoria condivisa un’ampia parte della popolazione italiana rischia di dare linfa a piccole minoranze nostalgiche e negazioniste e questo sarebbe un errore clamoroso.Voglio sperare che i valori di democrazia e libertà, la condanna dell’antisemitismo, il rifiuto di ogni forma di censura siano riconosciuti oggi come un patrimonio di tutti, così come lo furono ottanta anni fa per i partigiani. Se riusciremo a fare questo, avremo onorato davvero la loro memoria e reso omaggio al loro sacrificio.Viva l’Italia libera!
Il Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi Marco Galli: Un mondo che ancora non ci garantisce un futuro di libertà
Care concittadine e cari concittadini, è un grande piacere per me essere nuovamente qui, dopo lo scorso anno, a celebrare una delle feste più importanti per la nostra Repubblica: il 25 aprile, la Liberazione.
Innanzitutto mi preme ringraziare la giunta comunale di Portoferraio ed il primo cittadino Tiziano Nocentini per avermi voluto qui, in qualità di Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi.Volevo, inoltre, porgere, a nome di tutto il consiglio, il nostro saluto al vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio e al Vice Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Marco Landi.
Oggi ci troviamo qui per l’80° anniversario della liberazione d'Italia dal dominio nazi-fascista, ma soprattutto per ricordare e rendere merito a chi, combattendo e sacrificando la propria vita, ci ha permesso di vivere e godere di privilegi e libertà che possediamo ancora oggi.
La lotta all'antifascismo ha rappresentato e rappresenta ancora un caposaldo per tutti noi italiani. Gli italiani di allora che con il loro enorme sacrificio, dopo essere stati torturati, feriti, imprigionati ed uccisi ci hanno condotto all’Italia democratica che conosciamo oggi.
Dobbiamo celebrare la conquista delle libertà ottenute 80 anni fa e tenercele strette come parte essenziale delle nostre vite. Tali progressi devono risultare parte integrante della nostra società e devono essere riaffermati costantemente nella nostra quotidianità.
Purtroppo da questo punto di vista c’è ancora molto da fare.
E’ necessario l’impegno di tutti, a partire dalla famiglia, dagli insegnamenti della scuola e dalle indicazioni che ci giungono dalle istituzioni affinchè i valori di solidarietà, rispetto e libertà di pensiero ed espressione possano radicalizzarsi nel nostro vivere quotidiano.
Abbiamo bisogno che le idee di ognuno vengano rispettate seguendo quello che è il fondamento della nostra repubblica: la Costituzione, che all’art.21 sancisce esplicitamente che tutti quanti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero liberamente attraverso tutti i mezzi possibili.
Impariamo, dunque, a rispettare quelle idee che ci hanno liberato dalle oppressioni fasciste, e diffondiamo nel mondo, come i ragazzi e le ragazze di allora, il privilegio maggiore che abbiamo, la libertà.
Libertà che, ancora oggi che siamo nel 2025, purtroppo, non sono garantite in tutto il mondo, come possiamo ben vedere anche in realtà molto vicine a noi.
Il futuro di noi giovani ragazzi è attualmente oscurato dall’angoscia e dalle preoccupazioni che le tristi vicende che ci accompagnano in questi anni, provocano nelle nostre vite.
E’ importante, dunque, per il bene del nostro paese e della nostra comunità, ribadire fortemente la cultura antifascista che è il fondamento della nostra nazione.Per molti la lotta all’ideologia fascista si è conclusa il 25 aprile 1945, ma ancora 80 anni dopo alcune persone oltraggiano lo sforzo dei nostri valorosi concittadini. Celebriamo, quindi, la libertà sempre, in ogni momento e non solo il 25 aprile. Uniamoci tutti per un’Italia migliore.
Vorrei poi esprimere il mio cordoglio personale per la scomparsa del santo Padre, Papa Francesco, riportando una sua citazione che può far riflettere tutti.
“La libertà è un tesoro che si apprezza realmente solo quando la si perde. Per molti di noi, abituati a vivere nella libertà, spesso appare più come un diritto acquisito che come un dono e un’eredità da custodire. Quanti fraintendimenti intorno al tema della libertà, e quante visioni differenti si sono scontrate nel corso dei secoli!”
A nome di tutto il Consiglio Comunale dei ragazzi di Portoferraio, buona festa della liberazione!
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n. 11 del 08.10.2002
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