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A Sciambere: speculari no (no del PD a Rodotà, no dei "grillini immaginari" al Comune Unico)

Scritto da  Lunedì, 22 Aprile 2013 20:18

Il NO all’accorpamento dei comuni ha vinto largamente il referendum, 6 votanti su 10 si sono pronunciati in tal senso.

Riducendo all’osso l’analisi, ed atteso che “conservatore” non è un insulto, un’isola di conservatori ha espresso il suo ennesimo voto contro il cambiamento, niente di cui stupirsi.

Pure chi, come chi scrive questa nota, per oltre un terzo di secolo ha sostenuto la necessità e la razionalità di una scelta diversa da quella compiuta, deve prendere atto che, perché l’elettorato maturi una visione diversa da quella localistica, occorrerà ancora altro tempo.

Certo il risultato di oggi ci dà una chiave di lettura aggiuntiva, utile anche per valutare meglio quello (politico) di qualche settimana fa, confortandoci nella convinzione che l’exploit grillino all’Elba (ma crediamo non solo), non si sia determinato per uno spostamento di massa di un elettorato sostanzialmente conservatore come quello elbano, verso i contenuti per lo più progressisti del programma M5S, ma in parte preponderante per un moto di protesta in cui sono confluiti moltissimi “grillini immaginari”, che nella realtà non condividono affatto una visione del mondo improntata ad esempio ad una visione fortemente ecologista come quella che trasuda da ogni riga degli atti ufficiali (nazionali) del movimento.

Ed alla prima occasione, di fronte alla scelta secca e concreta, tra una proposta progressista ed una conservatrice, l’elettorato isdolano si è rapidamente degrillinizzato, ed è ritornato sensibile al richiamo della foresta conservatrice.

Ma la cosa per certi versi comica è che a degrillinizzarsi è stato pure lo stesso gruppo attivo del M5S all’Elba, il quale per giustificare il proprio contraddittorio non allineamento con una secchissima indicazione del programma nazionale (accorpamento di tutti i comuni sotto i 5.000 abitanti, stop!) nel tentativo di rendere compatibili posizioni dettate da puro campanilismo di alcuni suoi esponenti, ha saputo solo accampare arzigogolate scuse, arrampicate sugli specchi, risultando, a proposito, speculare con linee di pensiero emerse in altri e più decisivi siti (il PD che non votava Rodotà, nonostante fosse la persona giusta, perché lo proponeva Grillo e, molto più in piccolo, degli autorizzati a pensare in nome e per conto del “movimento” che dicevano NO al Comune Unico, nonostante sia la cosa giusta dire SI, perché lo chiedevano Rossi e la Regione), il tutto comunicato dopo settimane di travaglio in indigeribili, chilometrici pippettoni, letti (forse) per dovere, da chi li pubblicava e da sparuti “addetti ai lavori”, potenzialmente orientativi sul voto quanto l’assistere ad una danza dervisha.

Domani è un altro giorno – diceva Scarlet – persa questa partita, perso questo treno, chi vuol cambiare in meglio, davvero in senso solidale, questo posto, dovrà tornare a lavorare come deve fare chi è un progressista, non per vezzo, per moda, per folgorazione sulla via di Damasco o piccola inconfessata ambizione. E cioè, con chiarezza, disinteresse, coraggio, testardaggine, cuore e cervello, passione e razionalità, e tanta tanta personale coerenza .. e scusateci se è poco.

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