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A sciambere dell'elvetica fava, del Può darsi e dello E' DARSI

Scritto da  Sabato, 07 Settembre 2013 11:12

L’alunno ferajese rispose ad una domanda dell’insegnante in modo palesemente errato ma creativo, l’insegnante divertita dallo sforzo d’immaginazione, liquidò con bonomia lo strafalcione con un “Mah .. può darsi …”,  l’interlocutore pensando erroneamente almeno di aver instillato un po’ di dubbio, provò a consolidare in preteso vantaggio psicologico contestando con sicumera: “Eh no Professoressa non PUO’ darsi, E’ DARSIi”.  Ma mal gliene incolse, perché l’educatrice spiritosa ribatte’:  “Bene, allora E’ DARSI che ti DO un 2”. E 2 gli stioccò.

Cosa c’entra questo siparietto scolastico con quello di cui vogliamo parlare?  Nulla, ma ci piaceva l’idea di attaccare un pezzo in modo diverso, dunque procediamo:
E’ DARSI che abbiamo già trattato e negli stessi termini una vicenda simile, ma ieri sera

- di fronte all’ennesima “impresa” di una coppia di escursionistiche fave rossocrociate (ebbene sì, la fava alligna anche nei cantoni della ordinata e cronometrica Svizzera)  che se ne sono andati sui liscioni del Monte Capanne  con la stessa nonchalance con la quale sarebbero entrati in un negozio di orologi a cuccù di Zurich, senza conoscenze del luogo, tempi di percorrenza , senza acqua né attrezzatura idonea, sperdendosi e ritrovandosi  bellamente “in de la merda” (per usare un francesismo ginevrino)  e provocando un allarme che ha allertato e/o fatto muovere  Carabinieri, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, personale della Cabinovia e 118  coinvolgendo oltre  una ventina di persone nelle operazioni di recupero,  costringendo almeno una dozzina di veicoli a spostarsi per l’Elba, ed un elicottero a prendere il volo per trovarli (ed evitare loro la fantastica esperienza di trascorrere una nottata in quota, circa gnudi e probabilmente sgrafficati, a stiantare di sete e pipare dal freddo),   

abbiamo pensato:

E’ DARSI, che la “passeggiata” delle due elvetiche leguminose sia costata, oltre  una valanga di lavoro fatica e tempo perso, allo sganasciatissimo italo erario (cioè a tutti noios),  ed una fraccata di quadrini tale che ci conveniva ospitarli per un mese all’Hermitage o all’Airone.

E’ DARSI quindi  che sarebbe il tempo, col vento di miseria che tira (non inventando niente, in altri paesi così già funziona),  atteso che occorre comunque fare ogni sforzo per aiutare chi è in difficoltà, che sarebbe opportuno si stabilisse per legge, che chi si ficca nei guai per aver violato i regolamenti  o semplicemente per aver tenuto un comportamento scervellato e avventato SIA OBBLIGATO A  RIFONDERE LE SPESE SOSTENUTE PER SOCCORRERLO.  Regola da applicare oltre che alle terricole fave rampichine, alle forse ancor più numerose fave marittime naviganti (si fa per dire).

Crediamo che sancito ciò sarebbe opportuna la giustapposizione negli esercizi, sui sentieri e su spiagge e banchine di avvisi con tanto di Achtung – Attention – Warning – Occhio!  e testo, anche in italiano essenziale:   

“SE TE ANDARE A GIRO A CAZZO DI CANE, E ME DEVE SALVARE TE, POI TE PAGARE COME BANCO”

 

E’ DARSI  che sarebbe un bel deterrente

 

(foto di repertorio)        

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