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Dopo la paura dell'incendio a Sant'Ilario Riflessioni a braci ancora ardenti

Scritto da  sergio rossi (foto Alex Beneforti) Martedì, 17 Luglio 2012 09:41

incendio sant ilario beneforti 620Si può dire che questa volta sia andata complessivamente bene, ma non crediamo si possano dormire sonni tranquilli  

Il lavoro a Sant'ilario è ripreso come previsto alla luce del giorno e proseguito nella mattinata con i lanci di acqua dell'elicottero che battono il perimetro della zona incendiata, per scongiurare il pericolo di ripartenze ed il giorno porta  la possibilità di valutare meglio gli effetti di un incendio, che alla fine ha generato molta apprensione ma che è stato territorialmente ben contenuto.  "Anche se sono andata a fuoco vegetazione vera macchia, lecci, lentischi - commenta Gian Mario Gentini della protezione civile - le fiamme hanno percorso forse solo un paio di ettari"

Sulle cause sono in corso le usuali indagini del Corpo Forestale dello Stato ma è obbiettivamente difficile pensare ad ipotesi diverse da quelle di un gesto intenzionale.  "Peraltro - fa notare Gentini  - ci siamo trovati di fronte ad un incendio "fotocopia" di quello verificatosi qualche anno fa: stesso punto in cui si è innescato, (nei pressi del piccolo cimitero della frazione collinare campese) stessa ora più o meno".

Ma il "tutto bene quel che finisce bene" può apparire nel caso forse eccessivamente consolatorio, ed un poco fuori luogo, pare di avvertire che la complessa, articolata  macchina dell'antincendio elbano, che negli anni passati rappresentava una delle rarissime "eccellenze sociali" made in Elba, tanto da essere citata ad esempio ed anche "copiata" da altre realtà territoriali, se non ha perso proprio colpi, un po' di smalto sì.

E ciò - va sottolineato - non si è determinato per un minore impegno o determinazione degli operatori professionisti e volontari che continuano a lavorare benissimo e  generosamente, quanto per la crisi economica (con i tagli che non hanno certo risparmiato il settore)  e per certi versi all'Elba anche per la crisi istituzionale (il fallimento dell'Unione dei Comuni che si somma alla frammentazionme amministrativa) un mix che ha finito per tradursi, da questa parte del canale,  in minore disponibilità di strumentazione tecnica (anche solo derivata dalla sua naturale usura), così come, almeno ci pare, da un certo complessivo rallentamento nella "leva" e nella formazione di nuovi operatori.

La sensazione che si avverte è che dotazioni, capacità e risorse umane accumulate nel tempo servano, al momento, per tenere botta, ma cosa potrebbe accadere di fronte ad un più sistematico rialzare la testa dei criminali incendiari (come è purtroppo accaduto in altre stagioni), nessuno

forse realmente lo sa.  E lo stellone dell'Elba non sempre funziona come amuleto, specie di notte, quando non splende .

sergio rossi   (foto di Alex Beneforti)  

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