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L’Elba e la bici: un incidente sfiorato ed una riflessione

Scritto da  Lettera firmata Martedì, 05 Agosto 2025 10:15

Domenica mattina, come spesso accade, ho deciso di uscire in bici con un amico. Un gesto semplice, che per molti rappresenta un momento di benessere, sport, libertà. E invece, per poco, non si è trasformato in tragedia.

 

Eravamo insieme, chiacchieravamo, senza intralciare il traffico. Ma a quanto pare, tanto è bastato a far perdere la pazienza a un automobilista che, invece di rallentare o aspettare un momento sicuro per superare, ha pensato bene di “punirci” con un sorpasso millimetrico, sfiorandomi intenzionalmente. Un gesto deliberato, aggressivo, pericoloso.

 

Pochi minuti dopo, ancora scosso, sono rientrato a casa. Apro un sito di notizie e leggo dell’ennesima tragedia: tre ciclisti, in Puglia, travolti e uccisi da un’auto. Tre vite spezzate, famiglie distrutte, comunità in lutto. Una notizia che si aggiunge a un elenco sempre più lungo, troppo lungo, di vittime sulla strada.

 

Cosa sta succedendo?

 

Sempre più spesso sembra che si sia smarrito il senso della convivenza. La strada è diventata un campo di battaglia, un’arena in cui automobilisti e ciclisti sono schierati l’uno contro l’altro, come se appartenessero a fazioni opposte. I social alimentano questa polarizzazione, con meme sprezzanti, insulti, generalizzazioni tossiche. Ma la realtà è un’altra: siamo tutti utenti della strada. Tutti vulnerabili. Solo che qualcuno lo è più di altri.

 

Chi guida un’auto ha tra le mani una potenza che può ferire, uccidere. Chi va in bici ha solo il proprio corpo. È ora di comprendere questa differenza. È ora di assumersi le responsabilità di ciò che si fa alla guida. È ora di mettere da parte l’arroganza e l’impazienza.

 

Vorrei in particolare soffermarmi sul nostro territorio, l’Elba, che vive di turismo, e che del turismo dovrebbe saper cogliere ogni opportunità. I ciclisti che percorrono le nostre strade non sono un intralcio, ma una risorsa. Scelgono l’isola per la sua bellezza, per i suoi percorsi suggestivi, per la possibilità di pedalare tra natura, mare e borghi. Eppure, troppo spesso, vengono accolti con insofferenza, se non con ostilità.

 

Serve un cambio di mentalità. Il ciclista non è un fastidio da superare nervosamente: è un visitatore, un potenziale ambasciatore del nostro territorio, qualcuno che può contribuire alla sua economia e alla sua immagine. Se vogliamo davvero un turismo di qualità, più sostenibile, più rispettoso dell’ambiente, dobbiamo iniziare anche da qui: dal rispetto sulla strada, dalla convivenza, dalla consapevolezza che la bici non è solo un mezzo, ma un modo di vivere il territorio.

 

Dare spazio e sicurezza a chi pedala non è una concessione: è un investimento nel futuro dell’isola.

 

Lettera firmata

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Ultima modifica il Martedì, 05 Agosto 2025 10:28

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