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Sammuri - Tartarughe morte: le pericolose reti abbandonate

Scritto da  Giampiro Sammuri Venerdì, 13 Luglio 2018 16:46

"Occorre intensificare, con la collaborazione dei centri diving, interventi di  pulizie dei fondali nell’area protetta per il  recupero delle reti abbandonate" 

Brutta notizia il ritrovamento  a Pianosa  di due piccole Caretta caretta  morte avviluppate in una rete, specie dopo l’eccezionale nascita di tartarughine del giugno  2017 scorso che ha coinvolto volontari,  operatori e tanti cittadini  nel monitoraggio e nella divulgazione.  

Dispiace per  quanto è stato e fatto si continua a fare. D’altra parte la rete spiaggiata  portata dalle mareggiate non ci da indizi sulla sua provenienza. Quando questi animali si impigliano nelle reti attive, sempre più spesso,  se sono in difficoltà vengono trattenute dai pescatori ed avviate ai centri de recupero, mentre se  sono in buone condizioni vengo semplicemente rimesse in mare. Sono invece  i pezzi di reti abbandonate, come in questo caso, ad essere mortali.

Ritengo sia utile intensificare, con la collaborazione dei centri diving, interventi di  pulizie dei fondali nell’area protetta per il  recupero delle reti abbandonate, interventi già fatti in passato.   Purtroppo il mare è grande e porta pericoli anche da molto lontano, ma questo può essere un piccolo ma importante contributo.

Approfitto per ringraziare i giovani volontari di Vele Spiegate di Legambiente e Diversamente Marinai e il gruppo di volontari che  ogni mattina cercano le tracce sulle spiagge elbane per il grande impegno e per l’opera di sensibilizzazione.
Giampiero Sammuri

Presidente del P.N.A.T. 

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