Gentile ATC 10 Arcipelago Toscano,
il comunicato pubblicato ieri (ATC e Polizia Provinciale: iniziati interventi di contenimento ungulati) che presenta l’intervento di contenimento degli ungulati del 14 settembre 2025 a Portoferraio, sembra voler accreditare il mondo venatorio come la chiave per risolvere l’emergenza della sovrappopolazione di cinghiali all’Elba.
Tuttavia, questa narrazione appare fuorviante e contraddittoria.
È doveroso stigmatizzare con forza e chiarezza il fatto che i cacciatori non possono ergersi a risolutori del problema della sovrappopolazione di cinghiali all’Elba, che essi stessi hanno contribuito a creare e perpetuare.
La chiara responsabilità venatoria riguardo all’introduzione del cinghiale sull’isola (ampiamente documentata) e il mantenimento della sua presenza attraverso pratiche come la braccata, lungi dall’essere una soluzione, hanno aggravato la situazione.
La braccata, in particolare, è un metodo ecologicamente dannoso: favorisce la dispersione dei branchi, il danneggiamento degli habitat e il disturbo alla fauna non target, contribuendo all’espansione incontrollata della popolazione di cinghiali.
Decenni di attività venatoria non hanno ridotto il numero di capi, che invece è aumentato in modo significativo, dimostrando l’inefficacia della caccia come strategia risolutiva.
L’intervento del 14 settembre, con l’abbattimento di soli 9 capi in una mattinata, appare più come un’azione simbolica che come un passo concreto verso una gestione strutturale del problema.
Sembra, piuttosto, un tentativo dell’ATC di accreditarsi come attore principale ed indispensabile, mentre si rischia di procrastinare un approccio serio e scientificamente fondato al contenimento degli ungulati.
Inoltre, è opportuno ricordare che i cacciatori elbani dediti alla caccia al cinghiale sono meno di un centinaio.
Non è accettabile che un numero così esiguo di persone, per quanto appassionate, tenga in scacco l’intera popolazione elbana, perpetuando un problema che impatta sull’ecosistema, sull’economia e sulla sicurezza solo per preservare un’attività ricreativa.
È lecito che l’attività venatoria prosegua nel rispetto della Legge Regionale Toscana 3/94, e che contribuisca, seppur in misura limitata, alla riduzione del numero di capi.
Tuttavia, è evidente che l’ATC potrà e dovrà svolgere un ruolo attivo solo all’interno di un progetto coordinato e controllato da un Commissario Straordinario, come annunciato dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani durante la sua recente visita all’Elba.
Solo un piano organico, basato su metodi scientifici come trappole di cattura massale, sterilizzazioni, abbattimenti mirati, potrà portare al contenimento ed all’eradicazione degli ungulati, obiettivo indispensabile per il ripristino dell’equilibrio ecologico dell’isola.
È tempo di superare approcci emergenziali e parziali, che sembrano più orientati a mantenere uno status quo vantaggioso per pochi piuttosto che a tutelare l’interesse collettivo.
La comunità elbana merita interventi concreti, non palliativi, per proteggere l’ecosistema, l’economia e garantire la sicurezza dei cittadini.
Confido che la Regione Toscana proceda rapidamente con la nomina del Commissario Straordinario e l’avvio di un programma efficace e scientificamente valido.
Leonardo Forbicioni
Vice Presidente World Biodiversity Association onlus
Responsabile e curatore “NatLab” – Il Museo Naturalistico dell’Arcipelago Toscano