Davvero una bella mostra, quella in corso (fino al 28 agosto - orario di apertura 17,30-24) alla Sala Telemaco Signorini.
I 27 quadri del pittore portoferraiese Marcello D'Arco (1940-2024), piccola parte della sua vasta produzione, ben racchiudono i cinquant'anni di attività artistica volta "non a rappresentare ma a cercare di fare emergere ciò che normalmente resta nascosto: una traccia, un'emozione, un passaggio".

"L'esposizione "Esplorazione di Colori e Forme" - dicono i figli Valentina e Francesco che l'hanno curata - nasce dall'esigenza e dal desiderio di ricordarlo e, soprattutto, rivederlo attraverso ciò che più lo ha rappresentato: la sua pittura".
La mostra, con il sobrio ed efficace allestimento di Alex Rinesch, è stata inaugurata dall'amico Prof. Giuseppe Battaglini sul filo dei ricordi personali e del proficuo scambio tra sguardi diversi sulla città di Cosimo, lo sguardo dello storico e quello dell'artista.

"Marcello ha rappresentato Portoferraio con uno stile inconfondibile, nato dalla sua conoscenza profonda della storia, dell'architettura e dell'anima della città. Per lui la pittura non era evasione, ma un modo per trattenere, proteggere, raccontare. Ogni tela è una dichiarazione di appartenenza, ogni tratto un pezzo di memoria collettiva" si legge sul sito dedicato www.marcellodarco.it.
Ed è la stessa mostra a favorire l'approfondimento multimediale, con il breve filmato-intervista al Pittore e i Codici di Risposta Rapida (QR Code) situati sotto ogni opera con la voce dell'Artista. Venti trenta secondi, sufficienti a chi 'lavora per sottrazione' per consegnare l'anima di quella tela; NOTTURNO, ad esempio: "..notturno non è buio, è sfumatura, intimità. Una delle mie tele più aperte, dove tutto è sospeso".
CR







