Si è aperta negli austeri spazi medicei della Gran Guardia di Portoferraio la nuova esposizione periodica del Circolo degli Artisti Elbani, un appuntamento ormai tradizionale dell’estate che regala al pubblico un momento di ristoro estetico tra le fresche mura della città. Anche quest’anno la rotazione continua delle opere promette di sorprendere i visitatori, e tra le proposte più significative spicca la poetica pittorica di questo artista , che in questa sua stagione creativa ha consolidato il nucleo più profondo del proprio repertorio: il simbolo degli alberi.
Un’Intensità Silenziosa
Il pittore sembra aver condensato la sua visione soprattutto in piccoli gruppi di alberi, elevati ad emblema della propria poetica e trasformati in immagini di sorprendente e silenziosa intensità. Il contesto pittorico dei tratteggi e delle forme stilizzate si caratterizza con colori alquanto omogeni, bordi netti e delineati nei vari settori delle opere. Non sono le chiome rigogliose, né l’ostentata fertilità verde ad attrarre il suo sguardo, ma soprattutto il segreto custodito nella nuda struttura del legno. I tronchi, con la loro circonferenza, la loro postura e il loro vigore, diventano veri e propri personaggi: destini e frammenti di simboliche posture di famiglie in racconti pittorici alludenti a intese familiari che si rivelano come la forza di insieme, in una suggestiva sintesi visiva.
Tre Alberi, Tre Generazioni
Ciascun albero acquista un valore simbolico preciso, narrando le fasi dell’esistenza. Il più robusto incarna la forza che sostiene e protegge, il fondamento solido che ha vissuto e resiste. L’albero intermedio rappresenta il presente: un’entità sospesa tra fragilità e stabilità, ponte fra ciò che è stato e ciò che sarà. Infine, il più esile, proteso con slancio verso l’alto, diviene metafora del futuro: acerbo ma già vibrante di tensione vitale, proiezione di crescita e di speranza.
Metafora di Famiglia e Resistenza
La scelta di raffigurare alberi quasi spogli, segnati più da un senso di desolazione che di rigoglio, non è casuale, ma frutto di una meditazione sull’esistenza e sulla famiglia. Le opere non esibiscono pienezza o abbondanza, ma evocano resistenza e legame. Sono testimonianze di una fedeltà ostinata alle radici comuni, un’austera ma potente affermazione di solidarietà. In questo slancio silenzioso verso il cielo, meta ideale e universale di ogni generazione, l’artista consegna una metafora intima che trascende il gesto pittorico. La solidarietà familiare, ma anche quella sociale e aggregativa, sembra suggerire l’ autore che non si misura nei gesti eclatanti, bensì nella discreta tenacia quotidiana di ciò che rimane saldo anche quando tutto attorno sembra svanire.
Un’arte originale e moderna
Ad un’osservazione attenta, le opere di questo pittore mostrano una poetica profonda e un’estetica singolare che possono distinguersi nel panorama contemporaneo. Prevedere il momento in cui un artista raggiungerà notorietà è complesso, poiché il mercato dell’arte è un ecosistema influenzato da fattori che vanno oltre la qualità delle opere: critici influenti, gallerie prestigiose, collezionisti di rilievo, aste internazionali. Tuttavia, Di Brizzi possiede un elemento distintivo: l’uso dell’albero come metafora antropomorfa universale, che rende la sua ricerca “nuova e moderna”. In un mondo che si trasforma rapidamente, ecco che le tematiche pittoriche di resistenza, come le radici comuni e il legame, possono acquisire un valore emblematico.
Le Opere come Bene Rifugio
L’idea dell’opera d’arte come “bene rifugio” è di solito legata a nomi affermati, con un mercato stabile e una storia consolidata. Per un artista emergente, come Di Brizzi, è prematuro parlarne in termini definitivi, ma la sua produzione già oggi mostra qualità intrinseche che potrebbero, progressivamente trasformarsi in valore economico duraturo. Questo non tanto per speculazione, quanto per uno stile riconoscibile e una tematica universale che può attrarre una platea ampia di collezionisti. Se l’artista saprà continuare ad esplorare questa cifra tematica, diversificandola senza tradirne la coerenza, potrà creare una sorta di “marchio di fabbrica”, aumentando l’interesse del mercato e consolidando il valore della sua produzione.
Conclusione
La mostra alla Gran Guardia si inserisce nella tradizione del Circolo degli Artisti Elbani che negli anni ha offerto al pubblico opere di grande complessità e spessore. I quadri di questo pittore, con la loro sintesi visiva essenziale e potente, pongono basi solide per un percorso di crescita a lungo termine. La capacità di unire uno stile moderno a un messaggio intimo e universale rende le sue opere appetibili non solo alla vista, ma soprattutto al pensiero razionale e ai sentimenti. È in questa duplice forza, estetica ed emotiva, che risiede il potenziale di un investimento artistico destinato a durare e a rafforzarsi nel tempo.
Alberto Zei






